Recensione: Fire Emblem: Three Houses

Fire Emblem: Three Houses in breve

Ambientato nel continente di Fódlan, l’ultimo capitolo della saga di Fire Emblem proietta il giocatore nei panni di un giovane professore del monastero/scuola di Garreg Mach (ambientazione che richiama le atmosfere di Hogwarts), dove studiano gli eredi al trono dei tre regni del continente. Nel corso di una trama di 80 ore (con la possibilità di giocare altre due volte per risultati diversi), il giocatore dovrà esplorare il monastero, addestrare i suoi studenti a diventare temibili guerrieri e guidarli in una serie di battaglie di cui dovrà studiare attentamente la strategia (Fire Emblem è infatti un gioco di ruolo tattico a turni). Le battaglie sfruttano appieno la potenza di Nintendo Switch (rispetto al 3DS) per creare alcune mappe dall’aspetto impressionante. Con i nuovi battaglioni con cui sostenere le proprie unità, gli eserciti iniziano effettivamente a sembrare eserciti. La musica inoltre cambia dinamicamente quando ci si muove in combattimento, aumentando la tensione sul campo di battaglia.
Il tutto dà nuova linfa vitale a una delle serie Nintendo più amate degli ultimi anni. A tratti grandioso, sempre avvincente, questo insolito mix di strategia e intrigo vi terrà incollati alla console per tantissime ore.

Voto finale: 9