Come scegliere un gruppo di continuità
In questa guida all’acquisto illustreremo i parametri da prendere in considerazione se vi state chiedendo come scegliere un gruppo di continuità. Infatti, sono diversi i gruppi di continuità che troverete sul mercato e capire quale sia quello adatto ai vostri bisogni vi aiuterà a gestire al meglio il vostro budget.
Che cos’è un gruppo di continuità
Un gruppo di continuità, o più correttamente gruppo statico di continuità (abbreviabile in UPS, Uninterruptible Power Supply), è un dispositivo che permette di alimentare in modo costante apparecchi elettrici, utilizzando corrente elettrica alternata. Viene utilizzato soprattutto come sussidio in casi di emergenza o black-out, per evitare che i propri dispositivi vengano disattivati senza che i dati siano stati salvati o comunque senza che sia stata eseguita una corretta procedura di spegnimento. Tali sbalzi di corrente improvvisa, infatti, oltre a comportare una perdita del lavoro svolto potrebbero compromettere l’integrità dell’hardware, ad esempio nel caso di hard disk meccanici (HDD), ma anche per i circuiti in generale. Ogni UPS è composto da diverse componenti di base, mentre altre aggiunte possono variare a seconda della complessità del modello.
Funzionamento
Anche se esistono differenze notevoli tra i gruppi di continuità per uso domestico e quelli industriali, la cui struttura è ovviamente molto più complessa, il loro funzionamento di base è molto simile. Vediamo innanzitutto le parti fondamentali presenti nella maggior parte dei gruppi continuità:
- Convertitore AC: permette di trasformare la tensione alternata di un circuito elettrico in tensione continua;
- Batteria/e: a seconda del modello, un UPS può disporre di una o più batterie, che sono indispensabili per accumulare l’energia fornita dalla corrente elettrica;
- Filtri EMI: sono stabilizzatori che permettono di annullare eventuali sbalzi e picchi di tensione. Non sono presenti in alcuni modelli, che analizzeremo al paragrafo dedicato alle varie tipologie di UPS.
I gruppi di continuità, in sostanza, immagazzinano energia nelle batterie finché rimangono connessi alla rete elettrica. Nel momento in cui questa viene a mancare, nell’arco di pochi millisecondi entrano in funzione le batterie, che permettono ai dispositivi connessi di rimanere in funzione per un tempo limitato, solitamente non superiore ai 10 minuti. Questi sono comunque sufficienti per provvedere al loro spegnimento in modo corretto.
Perché usare un gruppo di continuità
Il vantaggio principale di un gruppo di continuità è la protezione degli apparecchi connessi in caso di black-out improvvisi. Non solo PC, console di gioco, modem o smart TV, ma anche dispositivi che non possono affatto tollerare un’interruzione di corrente, come per esempio server di rete, dispositivi medici, di allarme, di sicurezza o di automazione domestica possono essere connessi a un UPS, in modo che possano essere preservati in qualunque situazione. Inoltre, un gruppo di continuità di fascia medio-alta aiuta anche a ripulire la corrente in entrata da eventuali sbalzi o picchi di tensione, che normalmente si verificano in gran parte dei circuiti elettrici (soprattutto quelli domestici) e potrebbero danneggiare i circuiti. Grazie ai filtri EMI la corrente fornita ai dispositivi connessi è stabile e viene emessa sotto forma di onda sinusoidale pura, che aiuta in modo significativo a preservare le componenti interne di qualunque tipo di apparecchio, informatico e non. Se prolungati nel tempo, infatti, gli sbalzi di tensione possono danneggiare l’hardware di qualunque dispositivo, riducendone in modo significativo la vita e costringendo a investimenti aggiuntivi per riparazioni o sostituzioni.
Potenza del gruppo di continuità
La potenza di un UPS deve essere commisurata alle necessità del singolo utente. Prima di acquistare un particolare modello, infatti, è bene considerare quanti dispositivi si vogliano connettere e, ovviamente, a quanto ammonti la loro potenza assorbita combinata. Come vedremo tra poco, va fatta particolare attenzione all’unità di misura riportata sui singoli prodotti o alimentatori, convertendo correttamente eventuali valori in Watt o in Voltampere quando necessario.
Nel caso in cui si volesse collegare un computer, inoltre, ricordiamo che è fondamentale controllare quale tipo di alimentatore questo abbia in dotazione. Gli alimentatori con PFC attivo (Power Factor Corrector, cioè fattore di correzione di potenza attiva) aiutano a ottimizzare i consumi, richiedendo una minore potenza rispetto a quelli con PFC passivo, ma richiedono necessariamente un gruppo di continuità in grado di produrre una corrente sinusoidale pura (UPS sinewave o pure sinewave).I dati sulla potenza di un gruppo di continuità chiariscono le dimensioni del carico che questo può gestire. Esistono diversi modi e unità di misura per misurare questo parametro, alcuni meno accurati di altri. Spesso, ovviamente, vengono utilizzati quelli che possono essere falsati con più facilità, che possono dunque far sembrare un particolare prodotto più potente di quanto effettivamente non sia. Analizziamo brevemente le varie unità di misura e le loro caratteristiche:
- Watt (W): è la più affidabile, anche se una delle meno utilizzate. Viene solitamente usata per indicare la potenza attiva, ovvero quella che viene realmente utilizzata per eseguire operazioni utili;
- Voltampere (VA): è il più diffuso in assoluto e più facilmente manipolato. Può anche “raddoppiare” la capacità reale di un UPS. Normalmente viene usata per indicare la potenza teorica supportata e non quella attiva;
- Voltampere informatici: è praticamente un valore di fantasia, spesso usato per mascherare la potenza reale del gruppo di continuità attraverso numeri in apparenza più alti e dunque più appetibili.
In generale, dunque, consigliamo di cercare, ove possibile, informazioni riguardanti la potenza in Watt. Qualora fosse presente solo il valore in VA o in altre unità di misura poco chiare, sarebbe meglio reperire maggiori dettagli e calcolare il valore effettivo in Watt, così da non rischiare sovraccarichi o danni sia al gruppo di continuità, sia ai dispositivi connessi.
Tipi di gruppi di continuità
Gruppi di continuità off-line standby
Sono i modelli più semplici e generalmente più economici. Di dimensioni minori, dunque meno ingombranti, sono il prodotto adatto soprattutto a chi volesse alimentare singoli dispositivi, come computer o televisori. Sono anche i meno protettivi, dato che richiedono qualche millisecondo prima di mettersi in funzione da quando viene a mancare l’alimentazione via corrente elettrica. Per risolvere questa falla vengono solitamente utilizzati dei condensatori, che però non sempre sono in grado di reggere tutto il carico energetico richiesto per alimentare correttamente vari dispositivi connessi. Questo tipo di UPS è dunque sconsigliato per apparecchi che verrebbero danneggiati pesantemente anche da un minimo sbalzo della corrente, come per esempio i server di rete che richiedono un’alimentazione costante. In caso di sbalzi di tensione il gruppo di continuità attiva un inverter e si affida alla batteria per alimentare il dispositivo. Esteticamente questi UPS possono essere molto simili a delle ciabatte con più prese.
Gruppi di continuità on-line (doppia conversione)
Questi gruppi di continuità basano il loro funzionamento su un convertitore molto potente che trasforma la corrente alternata in ingresso in corrente continua, per inviarla alla batteria e riconvertirla poi in alternata prima di mandarla ai dispositivi connessi. In caso di sbalzi di tensione subentra l’inverter.Sono i modelli più cari in assoluto, di dimensioni maggiori e non presentano alcuna interruzione tra il momento in cui viene a mancare la corrente e quello in cui si attiva il gruppo di continuità stesso. Questo li rende adatti anche ad apparecchiature delicate, anche se hanno lo svantaggio di consumare più energia, di produrre più calore rispetto ai modelli standby e, dato che i filtri EMI sono costantemente attivi, richiedono una maggiore potenza. La grande maggioranza dei gruppi di continuità con una capacità al di sopra dei 2 kVA appartiene a questa tipologia. Il potente convertitore e l’inverter sono costantemente in funzione, supportati da un sistema di dissipazione efficiente.
Gruppi di continuità stabilizzati
Gli UPS appartenenti a questa categoria sono i cosiddetti line-interactive. Chi fosse in cerca di un gruppo di continuità per PC fissi per la produttività (ufficio), stampanti, monitor, modem Wi-Fi e registratori di cassa dovrebbe preferire questo tipo di prodotto. Assomigliano ai modelli standby, richiedendo circa 5 millisecondi per entrare in funzione, ma presentano un’aggiunta particolare, ovvero un regolatore automatico di tensione (AVR) costituito da un trasformatore definito multi-tap a tensione variabile. Grazie alla capacità di aumentare o diminuire il numero di bobine di filo alimentate dalla corrente è in grado di modificare la propria tensione di uscita. Questo permette di non consumare la batteria nel momento in cui si subissero forti sbalzi di tensione e di gestire i casi di sovra e sotto-tensione. Solo i modelli di fascia più alta di gruppi di continuità line-interactive dispongono di filtri EMI che producono un’onda sinusoidale pura e possono essere utilizzati anche per connettere dispositivi elettronici più sensibili alle forti variazioni di carico.
Connettività
A seconda del modello e della fascia di prezzo, i gruppi di continuità possono presentare diversi tipi di porte e ingressi, fondamentali da verificare prima dell’acquisto dato che potrebbe essere necessario dotarsi di un adattatore. Vediamo nello specifico tutte le possibili porte e prese presenti in un UPS.
Schuko
Si tratta della classica presa tedesca compatibile con la grandissima maggioranza di adattatori, trasformatori e cavi attualmente in commercio, e di norma si trova nei gruppi di continuità più economici, ovvero quelli off-line. Sono chiaramente molto agevoli da utilizzare, ma va prestata attenzione visto che non tutte le prese sono collegate alle batterie interne, e dunque alcune non offrono alimentazione in caso di black-out. In questo caso, l’UPS funge in parte da semplice ciabatta.
IEC 320 C13
È una presa particolare usata in modelli di fascia medio-alta o perlopiù destinati a usi professionali, anche se sono molto semplici da reperire sul mercato. Per collegare qualunque dispositivo normalmente presente in casa è necessario un adattatore, singolo o a ciabatta, a seconda delle vostre necessità.
USB
Alcuni modelli presentano anche una presa USB, generalmente di tipo A, che può essere sfruttata per connettere l’UPS a un computer ed eseguire eventuali operazioni di diagnostica, per verificarne lo stato e monitorare possibili errori.
Alimentazione
È semplicemente l’ingresso attraverso cui si alimenta il gruppo di continuità, e va a sua volta connesso a una presa per la corrente tramite un cavo sempre incluso nella confezione del prodotto.
Batterie
In alcuni modelli è presente una presa che consente di collegare batterie aggiuntive. Questa è relativamente rara, limitata a modelli di fascia più alta adatti a usi professionali.
DLS
Presente in modelli di fascia alta, è l’ideale per chi volesse connettere telefono, modem o fax.
Le domande più frequenti sui gruppi di continuità
Quanto dura un gruppo di continuità?
Abbiamo già sottolineato che l’autonomia media di un gruppo di continuità è di 10 minuti, con una gamma che va dai 5 ai 20 minuti. Questo può sembrare un tempo esiguo, ma solitamente permette di salvare il lavoro in corso su un computer e di spegnerlo correttamente evitando qualunque danno. È vero, però, che chi vive o lavora in ambienti di grandi dimensioni e possiede un gran numero di dispositivi potrebbe trovare troppo ridotto il margine di tempo concesso da un normale UPS. In questo caso è consigliabile acquistare un modello che preveda una porta destinata al collegamento di batterie aggiuntive, che sommate a quelle interne possono aumentare l’autonomia e dunque il tempo di funzionamento del gruppo di continuità. Va detto che si tratta sempre di pochi minuti, se non altro per quanto riguarda i modelli più facilmente reperibili sul mercato, ma questi possono essere sufficienti per eseguire una corretta procedura di spegnimento su tutti i dispositivi connessi.
Quanto consuma un gruppo di continuità?
Usare un gruppo di continuità aumenta senz’altro il consumo elettrico in casa o in ufficio. Tuttavia, se lo si mantiene costantemente collegato alla corrente, il consumo sarà semplicemente quello che serve per mantenere la batteria al massimo. Un buon metodo per acquistarne uno che non consumi troppo è, come abbiamo già ricordato, scegliere la potenza adeguata alle proprie esigenze.
Quanto costa un gruppo di continuità?
Il prezzo di un gruppo di continuità è influenzato sia dalla tipologia a cui appartiene, sia dal numero e dalla tipologia di ingressi, anche se sono presenti varie combinazioni che assicurano a ognuno la possibilità di trovare il modello più adatto alle proprie esigenze. I modelli più diffusi sul mercato vanno da un minimo di 50 € a circa 150 €, anche se ovviamente sono presenti prodotti anche molto più cari, fino a oltre i 600 €, che però raramente sono necessari in ambiente domestico.
Quali sono le principali marche di gruppi di continuità?
Anche se quella degli UPS può sembrare una nicchia di mercato, esistono alcuni brand che si sono specializzati nella produzione e commercializzazione di questi dispositivi. Anche se i loro cataloghi presentano gruppi di continuità in ogni fascia di prezzo, possono essere considerati generalmente affidabili. In particolare, le marche note in questo settore sono Trust, Tecnoware, Apc e Vultech.
Quali sono i migliori gruppi di continuità del 2023?
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Buongiorno, dovrei utilizzarlo per alimentare il modem nel caso venga a mancare la corrente. Quanto dura in questo caso la batteria? grazie
La durata normalmente non supera i 10 minuti.
Cosa consigliate per il Mac/OS 23″ da scrivania?
Può essere sufficiente il Trust Oxxtron 1000 VA.
Ho una stufa pellets da 19 kw con potenza massima assorbita di 390 w..che ups mi consigliate.grazie
Per avere la massima sicurezza consigliamo almeno il Vultech UPS2000VA-PRO.
Salve dovrei collegare una caldaia con Potenza nominale 500 watt per eventuali interruzioni di corrente momentanei. Cosa mi consigliate? GRAZIE
Per avere la massima sicurezza consigliamo il Vultech UPS2000VA-PRO.
Salve. Avrei bisogno collegare una stufa a pellet da 500W. Quale UPS mi consigliate? Grazie
Puoi orientarti sull’APC Back-UPS BX1400.
Ho un PC con alimentatore Corsair RM 650W 80 plus gold, monitor, TV smart e modem. Come posso sapere la potenza complessiva in watt? Quale USP ?
Per configurazioni di questo tipo è in genere sufficiente un modello come il Vultech UPS2000VA-PRO.
Buongiorno, devo collegare un PC desktop (processore Intel i5 con windows 10) con monitor. Quale gruppo UPS mi consigliate ? Grazie
Qualunque modello va bene per questo tipo di utilizzo. Puoi orientarti sull’APC Back-UPS ES 400.
mi serve un gruppo di continuità per alimentare due pompe sommerse con autonomia di almeno 4 ore
Per questo tipo di prodotto devi rivolgerti a rivenditori specializzati, i gruppi di continuità pensati per l’utente medio sono utilizzati solo per emergenza e hanno un’autonomia molto ridotta.
Salve, devo collegare un PC desktop e relativo monitor. Cosa mi consigliate?
Il Trust Oxxtron 1000 VA dovrebbe essere sufficiente per le tue esigenze.
Ho un impianto di videosorveglianza ma in caso di blackout il modem si spegne e non sono in grado di visionare da remoto. Quale ups?
L’APC Back-UPS ES 700 può essere un’ottima soluzione.