Come scegliere la stufa a pellet
Le temperature rigide dell’inverno mettono sempre a dura prova i sistemi di riscaldamento domestico. Per far fronte al freddo pungente dei giorni più gelidi dell’anno è spesso necessario integrare il calore emesso dai termosifoni con altri apparecchi in grado di rendere il clima nell’ambiente casalingo molto più gradevole. Sul mercato sono presenti numerosi strumenti dal prezzo e dai consumi assai variabili: dai condizionatori a pompa di calore ai termoventilatori, dai termosifoni elettrici alle stufe a legna. Tutti questi prodotti possono essere efficaci in modo diverso in base alla casa e alle proprie esigenze in termini di consumi energetici. In questa pagina ci occuperemo della stufa a pellet: si tratta di un apparecchio sempre più utilizzato per integrare o sostituire il sistema di riscaldamento domestico a gas, un’opzione ecologica che si distingue dalle tradizionali stufe a legna sia dal punto di vista tecnologico, sia da quello dei consumi.
Cosa è il pellet?
Se le comuni stufe a legna fanno uso di ceppi di vario genere, quelle a pellet richiedono l’utilizzo dell’omonimo combustibile (legno in pellet), che viene ricavato da legno e segatura essiccati e pressati insieme. Per comprendere meglio di cosa stiamo parlando, è bene considerare che la specifica norma UNI EN 14588 definisce questo materiale un “biocombustibile addensato, generalmente in forma cilindrica, di lunghezza casuale tipicamente tra 5 mm e 30 mm, e con estremità interrotte, prodotto da biomassa polverizzata con o senza additivi di pressatura”. Il pellet è relativamente facile da produrre, trasportare e conservare; inoltre, rispetto alle sue dimensioni, ha un forte potere calorico, che lo rende particolarmente versatile per l’uso nelle stufe. Il pellet viene venduto in sacchi standard da 10 o 15 kg. Dovrete quindi programmare dei rifornimenti periodici e considerare che nei periodi più freddi un sacco dura circa una giornata; inoltre crea anche polvere, proprio per la presenza di segatura. Queste mansioni aggiuntive vanno considerate prima dell’acquisto della stufa a pellet: se siete già abituati alla gestione della legna da ardere probabilmente non avrete problemi con quella del pellet, che è più semplice della legna. Va invece detto che se state valutando l’acquisto di una stufa a pellet al posto dei termosifoni classici o dei condizionatori con pompa di calore dovrete valutare con attenzione questo aspetto.
Tipologie di stufe a pellet
Esistono sul mercato diverse tipologie di stufe a pellet, simili tra loro nel funzionamento, ma che si adattano a soluzioni abitative differenti. Vediamo nello specifico quali sono e a che tipo di casa si adattino.
Stufe a pellet ventilate
Si tratta della maggioranza dei prodotti in commercio, ovvero delle stufe indipendenti che necessitano di una canna fumaria per essere utilizzate. Il loro funzionamento è abbastanza semplice: solitamente in alto c’è un contenitore per il pellet, che discende gradualmente nel braciere e nel crogiolo. Qui, una resistenza elettrica lo brucia creando calore. Due sistemi di ventilazione canalizzano l’aria in direzioni differenti: l’aria calda viene distribuita nella stanza, mentre i fumi vengono espulsi attraverso un tubo di scarico. Solitamente le stufe ventilate sono ideali per il riscaldamento di ambienti relativamente grandi.
Stufe a pellet canalizzate
Il funzionamento delle stufe canalizzate è simile a quello delle precedenti, ma presentano una o più uscite aggiuntive per direzionare l’aria calda attraverso dei tubi in stanze contigue. Le stufe a pellet canalizzate sono generalmente più potenti di quelle ventilate e possono servire diverse stanze di diverse dimensioni, quindi relegarle solo al riscaldamento di un salone sarebbe uno spreco. Il calcolo per la selezione del modello giusto, che vedremo più avanti, va effettuato considerando anche le altre stanze della casa, incluso il loro livello di umidità e se affaccino su corsi d’acqua. La stufa a pellet canalizzata spesso necessita di lavori edili e di un investimento economico più impegnativo.
Termostufe
Le termostufe sono molto simili alle stufe a legna: solitamente non hanno ventilazione e vengono affiancate ad altri sistemi di riscaldamento all’interno della casa. Sono inoltre dotate di uno scambiatore di calore e, sfruttando il calore dei fumi, riscaldano anche l’acqua. Sostanzialmente funzionano sia come stufa, sia come caldaia; anche per queso motivo la loro installazione va necessariamente gestita da professionisti e richiede certificazione. Sicuramente si tratta di una soluzione più ecologica rispetto alle tradizionali caldaie elettriche; sono stufe ancora più grandi e servono bene metrature elevate.Fatte queste fondamentali premesse, vediamo quali sono i fattori principali da considerare nella scelta di una stufa a pellet.
Volume da riscaldare
La prima domanda da porsi prima di procedere all’acquisto di una stufa a pellet è “quanto è grande l’ambiente che desidero riscaldare?”. È importante darsi una risposta il più possibile precisa perché ogni stufa a pellet ha una potenza espressa in kW e solitamente a questo dato è accompagnato quello relativo ai metri cubi che è in grado di riscaldare in modo efficiente. Bisogna tener presente che un prodotto da 7-8 kW è idoneo al riscaldamento di ambienti fino a 200 m³ (ad esempio un appartamento di 80 m² con un soffitto alto 2,5 m). Quanto più alto è il numero di kW, tanti più sono i metri cubi riscaldabili.
In generale, i modelli che si trovano attualmente sul mercato esprimono una potenza variabile tra i 2,5 e i 20 kW: possiamo dire che una stufa a pellet di fascia bassa abbia di norma una potenza non superiore ai 5 kW, mentre un modello di fascia media varia tra i 6 e gli 8 kW e uno di fascia alta può arrivare fino a 20 kW.
Valutazione dell’ambiente
L’installazione e la selezione della stufa a pellet adatta per la vostra casa deve seguire alcuni parametri. Vediamo nello specifico quali sono:
- Metratura e disposizione degli ambienti: intesi come i metri quadri della stanza o dell’intero appartamento se si cerca una stufa canalizzata, considerando la contiguità delle stanze;
- Esposizione: valutazione delle temperature stagionali, dell’altitudine e della vicinanza a corsi d’acqua o laghi che aumentano l’umidità e rendono necessarie stufe più potenti;
- Isolamento e infissi: la presenza di cappotti esterni e di infissi moderni a doppio vetro possono rendere necessarie stufe meno potenti.
Inoltre, prima dell’installazione vera a propria dovrete assicurarvi, anche con l’aiuto di un tecnico, che il posto designato alla stufa sia vicino a una presa di corrente, ma che non ci siano cavi elettrici sottotraccia dove andrete a installare il tubo della canna fumaria.
Calcolo dei kW
I fattori fin qui elencati corrispondono in larga misura al calcolo del coefficiente termico, o fabbisogno termico, del vostro appartamento, un dato che oscilla normalmente tra le 30 e le 40 kcal/m². Il calcolo esatto va effettuato da un professionista, che potrete contattare prima dell’acquisto per farvi consigliare. Potrete però autonomamente rendervi conto del tipo di stufa a pellet che fa per voi nel seguente modo.
Utilizzate il coefficiente minimo se abitate in una zona dal clima temperato, quindi 30 kcal/m², mentre considerate il massimo, 40 kcal/m², se abitate in una zona dal clima molto freddo e umido. A questo punto dovrete moltiplicare i metri quadri della casa o della stanza da riscaldare per l’altezza dei soffitti e per il coefficiente termico. Per conoscere il valore in kW della vostra stufa ideale dovrete semplicemente dividere il numero ottenuto per 862, perché 1 kW è pari a 862 kcal.
Se ad esempio la vostra abitazione è di 90 m², i soffitti sono alti 2,70 m, vi trovate in una zona dal clima rigido ma non troppo umido e quindi utilizzate un coefficiente medio di 35 kcal/m², avrete:
90 (m²) x 2,7 (m) x 35 (kcal/m²) : 862 (kcal)
Avrete come risultato 9,866, arrotondato per eccesso a 9,9: avrete bisogno di una stufa a pellet da 10 kW. Questo calcolo è facile da fare specialmente se dovete riscaldare soltanto una stanza, ricordate però che eventuali stufe canalizzate o termostufe dovranno considerare anche altri elementi.
Funzioni
Non bisogna pensare che per scegliere una stufa a pellet basti valutare del volume da riscaldare: ci sono altri fattori importanti da considerare quali le funzioni a disposizione dell’utilizzatore. Grazie a queste è possibile adattare nel migliore dei modi l’apparecchio alla propria abitazione, gestirne il funzionamento e verificare il livello di sicurezza. Vediamo allora quali sono le funzioni più diffuse.
Timer di programmazione
Una funzione molto apprezzata è quella che permette di programmare la stufa a pellet. Grazie a un timer interno è infatti possibile impostare orari di accensione e spegnimento, in modo tale da mantenere la temperatura sempre perfetta in base alle proprie abitudini. Talvolta è anche possibile programmare l’apparecchio per il funzionamento in alcune fasce orarie per tutti i giorni della settimana.
Termostato integrato
Quasi tutte le stufe a pellet dispongono anche di un termostato integrato per controllare e impostare la temperatura desiderata. Si tratta di un elemento indispensabile per riscaldare una o più stanze senza dover aggiungere pellet “a occhio” fino a quando si raggiungere il clima ideale. Vi sono inoltre modelli dotati di telecomando per il controllo a distanza.
Anti-surriscaldamento
Molto importanti sono le funzioni inerenti alla sicurezza, che consentono di utilizzare la stufa in tutta tranquillità anche nelle ore notturne e quando non si è in casa. La funzione anti-surriscaldamento evita che la stufa superi una certa temperatura che potrebbe metterne a rischio la sicurezza.
Modalità “Eco”
Molto rilevanti sono anche le diverse modalità selezionabili. In termini di consumi energetici è particolarmente importante la modalità “Eco”, che permette di risparmiare energia elettrica senza rinunciare a un’emissione di calore adeguata all’ambiente domestico.
Connessione Wi-Fi
Le stufe moderne presentano spesso anche un’antenna Wi-Fi che permette di controllare il termostato anche a distanza. Attraverso app dedicate è possibile generalmente accendere e spegnere la stufa, regolarne la temperatura, impostare il cronotermostato e ovviamente ricevere avvisi in caso di malfunzionamento, calore eccessivo o pellet terminato. Nello specifico, il controllo via app offre molti vantaggi, perché può regolare in modo molto preciso le funzioni della vostra stufa, dandovi un controllo totale sulla qualità del calore casalingo e dandovi informazioni precise sui consumi. Si tratta di una comodità che dovrete sicuramente tenere in considerazione, specialmente se la stufa a pellet è destinata alla vostra abitazione principale e la utilizzate tutti i giorni. Questo tipo di connessione può essere già integrata nella macchina, oppure è possibile ottenerla acquistando separatamente il modulo Wi-Fi presso il produttore.
Connessione col termostato
Se desiderate installare una stufa a pellet per integrare il calore prodotto da altri sistemi di riscaldamento, prima fra tutte la classica caldaia a gas, potrebbe valere la pena di scegliere un modello che possiate programmare e controllare dal termostato a parete, sia esso un classico cronotermostato, sia un moderno modello smart (con il vantaggio, se acquistate una stufa a pellet con antenna Wi-Fi integrata, di non dover nemmeno tirare i fili dalla stufa al termostato). In questo modo avrete a disposizione un hub centralizzato (e un’unica app) per controllare tutti i vostri dispositivi dediti al riscaldamento e/o al raffrescamento di casa.
Capacità del serbatoio e autonomia
Da tenere in considerazione è sicuramente anche la capienza del serbatoio dove si inserirà il pellet e l’autonomia della stufa. Un modello di fascia bassa (4,5 kW) può disporre di un serbatoio relativamente poco capiente, ovvero al di sotto dei 15 kg, anche se questo dato è variabile anche in base al prezzo dell’apparecchio. Una stufa a pellet di fascia alta può invece essere dotata di un contenitore in grado di stipare fino a 60 kg di combustibile.
A questo aspetto è certamente legato un altro fattore decisivo per la scelta di un prodotto di questo tipo: l’autonomia. Quest’ultima è da valutare attentamente perché può avere un certo impatto dal punto di vista pratico. Salvo essere muniti di una speciale attrezzatura per il riempimento automatico della caldaia, la stufa deve infatti essere riempita manualmente e doverlo fare molto spesso può essere problematico, dunque è abbastanza chiara la ragione per cui occorre tenere presente il dato relativo all’autonomia: essa influenza in modo diretto la praticità d’uso della stufa.
Manutenzione
Questo è un aspetto fondamentale da tenere in considerazione prima della scelta di una stufa a pellet. Come menzionato, sicuramente il pellet è più comodo da trasportare e reperire rispetto alla legna, ma viene venduto in confezioni standard da circa 15 kg che vengono effettivamente consumate dalla stufa anche in una sola giornata. Per questo motivo dovrete sempre considerare l’aspetto del rifornimento. Se ad esempio avete pensato a una stufa a pellet per una villetta indipendente disposta su un unico piano, la scelta potrebbe avere senso; se invece dovete portare giornalmente o settimanalmente il carico su per delle scale, va da sé che diventa una scelta complicata.
Aggiungete alla manutenzione la polvere che viene creata, sia all’esterno, sia all’interno della stufa. Questa, infatti, si riempie di residui di segatura e di cenere che vanno aspirati orientativamente ogni 2-3 giorni. L’aspirazione può avvenire con un aspirapolvere potente con serbatoio svuotabile o con un aspiracenere, questo perché raccoglierete molti residui legnosi e non solo polvere e il sacco intercambiabile di un aspirapolvere standard si riempirebbe troppo in fretta. Una volta raffreddata completamente la stufa, eventuali cestelli e cassetti portacenere vanno quindi puliti adeguatamente. Almeno una volta alla settimana anche il deflettore e il vetro dello sportello vanno puliti: quest’ultimo tende infatti ad annerirsi e va trattato usando appositi prodotti sgrassanti per vetro dei camini e un panno. Si tratta di passaggi obbligati di manutenzione della macchina che influiscono direttamente sull’efficienza del riscaldamento e sul funzionamento del dispositivo.
Struttura
Le stufe a pellet sono ormai molto raffinate dal punto di vista tecnico, ma il loro funzionamento è abbastanza facile da comprendere. Tutte le stufe a pellet hanno le seguenti componenti:
- Serbatoio: un cassetto con apertura dall’alto dove inserire il pellet;
- Canale di caduta: un imbuto metallico che indirizza a discesa il pellet in un foro diretto verso il braciere, attivato in automatico da una vite;
- Camera di combustione: la “stufa” vera e propria, dove il pellet brucia a fiamma viva;
- Sportello: con vetro, viene aperto a stufa fredda per rimuovere i residui inceneriti;
- Braciere: un crogiolo estraibile in ghisa collegato a una candela che attiva una resistenza;
- Deflettore: posto nella parte alta della camera di combustione in direzione del braciere, protegge dalle fiamme;
- Cassetto raccoglicenere: se presente, si trova sotto il braciere, al di sotto di griglie forate;
- Tubo di scarico o di tiraggio: in base al modello, generalmente ha un diametro di 8 cm;
- Ventole: poste in diversi punti della stufa per distribuire l’aria calda;
- Display: generalmente posto in alto, per regolare la temperatura e le altre funzioni.
Dal punto di vista della struttura, possiamo dire che le principali caratteristiche da considerare sono il raccoglicenere, la tubazione di scarico e un eventuale pannello di controllo.
Raccoglicenere
Per quanto riguarda il primo, possiamo dire che la sua capienza è significativa in termini pratici: un cassetto raccoglicenere capiente non andrà per forza di cose svuotato frequentemente.
Tubo di scarico
In linea generale il tubo di scarico delle stufe a pellet che si possono trovare sul mercato misura intorno agli 8 cm di diametro, che rappresenta una dimensione efficace per lo smaltimento dei fumi prodotti dalla combustione. Questo valore può variare nel caso in cui il modello sia molto potente e richieda una tubazione idonea al volume di combustibile impiegato.
Pannello di controllo
Come menzionato, il pannello di controllo merita un’attenzione particolare, perché è attraverso di esso che si può impostare in modo ottimale l’apparecchio. Di norma si trova nella parte superiore della stufa e può avere un display per visualizzare le diverse funzioni disponibili e selezionare quella più adatta alle proprie esigenze. I sensori integrati possono indicare anche la temperatura esterna, in modo tale da poter impostare il funzionamento della stufa in base alla situazione, e col display è spesso possibile programmare il timer per programmare il lavoro della stufa.
Dimensioni e peso
Tra i diversi fattori da valutare per scegliere la stufa a pellet giusta per la propria casa ci sono anche la struttura e le dimensioni del prodotto. Essendo un elettrodomestico che deve essere collocato in casa, la stufa deve rispondere sì a dei criteri energetici e prestazionali, ma si deve anche poter posizionare facilmente all’interno di una stanza presumibilmente già ammobiliata. Ciò significa che prima di acquistarne una è buona prassi verificarne le dimensioni. Naturalmente si tratta di apparecchi di norma piuttosto ingombranti, ma data la varietà di prodotti presenti sul mercato è possibile trovare anche modelli più o meno compatti.
Anche il peso è un aspetto da considerare, non soltanto per il trasporto dell’apparecchio, ma anche eventualmente per il suo spostamento all’interno della casa. Stiamo parlando di oggetti piuttosto pesanti, che possono raggiungere anche i 100 kg.
Materiali
Per la scelta della stufa a pellet ideale i materiali sono senza dubbio un ulteriore fattore da valutare. Da questi dipende infatti la resistenza all’usura della stufa, nonché il livello di sicurezza garantito. Sul mercato si possono trovare stufe in ceramica, ghisa, acciaio, maiolica, pietra ollare e mattone refrattario. Ognuna di queste tipologie mantiene il calore in modo differente. Ad esempio, la ceramica non scotta e riesce a mantenere più a lungo il calore prodotto; l’acciaio è in grado di raggiungere temperature più elevate, ma ha tempi di raffreddamento più rapidi. Di sicuro è fondamentale la qualità del materiale della tubazione, che deve poter resistere in modo ottimale alle alte temperature e agli effetti dell’esposizione a fumi e acidi causati dalla combustione del pellet. Il nostro consiglio è di evitare stufe a pellet assemblate con materiali diversi da quelli elencati.
Le domande più frequenti sulle stufe a pellet
Quali sono le migliori marche di stufe a pellet?
Poiché stiamo parlando di un prodotto che dovrebbe avere delle caratteristiche specifiche in termini di sicurezza, il nostro consiglio è di diffidare di marche poco conosciute e orientarsi piuttosto verso aziende che producano stufe a pellet di qualità elevata. Tra i produttori più noti e affidabili possiamo segnalare Dal Zotto, Nordica e Zibro. Naturalmente sono numerose le stufe a pellet di qualità e le prestazioni di un modello dipendono, come abbiamo visto in precedenza, da diversi fattori da tenere in considerazione. Tuttavia la scelta di una marca nota può essere un vantaggio anche dal punto di vista dell’assistenza tecnica, poiché è molto probabile che un’azienda leader nel settore abbia un servizio clienti più efficiente rispetto a una meno conosciuta e che offra prodotti a prezzi più bassi.
Quanto costa una stufa a pellet?
In commercio si possono trovare modelli appartenenti a diverse fasce di prezzo e quindi dotati di caratteristiche tecniche differenti. Il costo di una stufa a pellet varia principalmente a seconda del materiale, del volume di riscaldamento e delle funzioni disponibili.
In linea generale il nostro consiglio è di diffidare di stufe particolarmente economiche (al di sotto dei 400-500 €), perché è molto probabile che siano state assemblate con materiali di scarsa qualità e con standard di sicurezza inferiori rispetto alla media. Raramente infatti un modello di fascia medio-bassa, anche da soli 4,5 kW, può costare cifre basse e offrire performance elevate. Al contrario è normale che all’aumentare del volume di riscaldamento aumenti anche il prezzo, che può raggiungere anche cifre superiori ai 2.000-3.000 € per i prodotti da 20 kW.
Le stufe a pellet sono oggi considerate un metodo di riscaldamento relativamente ecologico, questo perché la segatura e i trucioli sono materiali di scarto che solo in parte riescono a venire riassorbiti dall’industria per la creazione di legni truciolati e simili. Per questo motivo in Italia sono attive da anni molte iniziative per invogliare all’acquisto di questo tipo di prodotti. Queste iniziative si traducono in incentivi regionali, che dovrete controllare sui siti o dai rivenditori della stufa, oppure bonus e detrazioni a livello nazionale. Anche se acquistate il prodotto online, magari alla ricerca di un prezzo favorevole, è sempre bene parlare con il vostro installatore e tenere tutte le ricevute dei pagamenti per vedere che tipo di incentivo sia disponibile nella vostra regione. In caso si tratti di detrazioni, va individuata la formula di detrazione sulla legge vigente, se come sconto diretto o sulla dichiarazione dei redditi.
Va precisato che la stufa a pellet non è totalmente ecologica: i fumi di scarico contengono polveri sottili, le cosiddette PMI, che sono inquinanti e tossiche. La “carbon footprint” di questi prodotti viene calcolata tenendo conto anche del fatto che il pellet, come menzionato, è un materiale di scarto, mentre il gas, sebbene sia naturale, va estratto. Bisogna però inserire l’uso delle stufe a pellet in un discorso più ampio relativo ai consumi, all’inquinamento e a come sia più o meno indicato in alcune zone geografiche o produttive rispetto ad altre.
Esistono stufe a pellet senza canna fumaria?
Risposta veloce: no. Stabiliamo prima di tutto cosa si intenda con “assenza di canna fumaria”. I fumi del pellet bruciato sono tossici e per legge vanno espulsi. Per canna fumaria infatti si intende, in edilizia e per il catasto italiano, la struttura in muratura propria dei camini tradizionali che applica un tiraggio naturale dei fumi. Ovviamente non tutti hanno un camino nel loro appartamento e possono utilizzare la canna fumaria come scarico. Per questo motivo molti modelli di stufe a pellet presentano una ventola di scarico che spinge i fumi fuori: si tratta di un cosiddetto tiraggio forzato in quanto generato dal motore. Il tiraggio forzato però non esclude affatto la presenza di un sistema di scarico che dovrete far passare attraverso le pareti o le finestre della vostra casa.Soluzioni che prevedano un foro all’interno del muro non sono sempre consigliate, e addirittura sono potenzialmente pericolose se troppo vicine alla muratura. La costruzione di una canna fumaria in tubatura anche semplice è quindi sempre necessaria. I tubi delle canne fumarie sono quelli classici in acciaio, mentre quelli dello scarico ventilato sono verniciati al carbonio e di colore nero; entrambi i sistemi sono coibentati e hanno un diametro di 8 cm per i modelli standard. L’uso della canna fumaria della caldaia, attraverso tubazioni combinate, è invece vietato per legge.
Si può installare una stufa a pellet in condominio?
Risposta veloce: sì, da un professionista certificato. In molti sono attirati dalle stufe a pellet, sebbene non tutti siano realmente consapevoli dell’impegno che questi dispositivi comportano. In un condominio la possibilità di installazione dipende dalla presenza o meno di un camino e canna fumaria il cui funzionamento sia certificato. La scelta di un modello moderno “a scarico” è comunque la soluzione più comune per chi abita in condominio, visto che i camini attivi sono raramente presenti. Se quindi avete un camino con canna fumaria dovrete far controllare il tiraggio da un tecnico fumista o capire se l’installazione della tubazione di scarico possa avvenire all’interno del camino.
OIn generale, raramente la stufa a pellet trova la sua finalità d’uso migliore in un condominio, specialmente se in città medio grandi. La ragione principale sono i problemi di rifornimento, ma anche la qualità dell’aria. Le stufe a pellet producono infatti un calore particolarmente secco, che mal si adatta alla vita cittadina ed è più conciliabile con le case di campagna o i condomini in piccoli centri se hanno ampie zone verdi, umidità e specchi d’acqua nelle vicinanze. A questi fattori si aggiunge il problema del tubo di scarico e della sua installazione. La normativa vigente prevede comunque la possibilità di installare stufe a pellet in condominio, con delle norme da seguire riguardo alla contiguità della struttura e degli scarichi sulle pareti e alla certificazione dell’installazione. Inoltre è possibile che dobbiate informare i condomini e l’amministrazione perché alcuni scarichi, anche se idonei, potrebbero causare disagi ad altri condomini e costringervi a dei lavori di reinstallazione.
Esistono stufe a pellet con forno incorporato?
Risposta veloce: sì. Si tratta di prodotti che rievocano le vecchie cucine di campagna, ma reinterpretate in chiave moderna. Queste stufe con forno e cucina incorporata hanno tutte le funzioni delle stufe a pellet che abbiamo elencato, ma presentano anche un modulo aggiuntivo che fa da forno e in alcuni casi un piano cottura dove poggiare le pentole. Si tratta sicuramente di una soluzione vantaggiosa per ottimizzare i consumi e ridurre quelli di gas ed elettricità, perché il carico di pellet per riscaldare gli ambienti rimane invariato. I forni hanno caratteristiche simili e la temperatura interna può essere regolata attraverso un termostato. Dal punto di vista del design, alcune di queste stufe hanno un aspetto più rustico, adatto ad esempio a un rifugio in montagna, altre più accessoriate, con diversi colori smaltati e finiture in acciaio, sono indicate per l’uso giornaliero e sembrano perfette per gli appartamenti moderni. In alcuni modelli il pellet può essere inserito attraverso un cassetto anziché dall’alto. I prezzi di questi prodotti sono ovviamente più alti rispetto alle stufe “pure”, con costi di almeno 3.000 € per i modelli più accessoriati.
Quali sono le migliori stufe a pellet del 2023?
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Quanta potenza deve avere una stufa a pellet per riscaldare 200 mq suddivisi in 4 piani?
Per riscaldare un’abitazione così grande servirebbe una stufa da circa 24 kW, ma sinceramente su quattro piani non sarebbero comunque sufficienti. Volendo utilizzare i pellet come combustibile, si può piuttosto prendere in considerazione l’installazione di una caldaia a pellet, che si può collegare all’impianto di riscaldamento preesistente (se presente).
Salve , ho una casa di 165 mq con corridoio centrale e vani in entrambi i lati , vorrei sapere che tipo di stufa a pellet potrei installare ?
Se stiamo parlando di una stufa per il riscaldamento totale della casa, e non di un apparecchio a supporto del riscaldamento tradizionale, allora serve un modello da almeno 18 kW per riscaldare una casa così grande. Bisogna però tenere conto che la distribuzione del calore non sarà omogenea in tutte le stanze, data la conformazione della casa.
Possiamo suggerire, come valida alternativa, l’installazione di una caldaia a pellet, soprattutto se vie è già un impianto di riscaldamento preesistente.
Ho una villetta di 650m3 da riscaldare su due livelli.
Per riscaldare tale volume sono necessari circa 24 kW di potenza riscaldante. La soluzione forse più conveniente, volendo installare stufe a pellet, è quella di disporne una per piano, ciascuna da 12 kW.
casa di 120 mq che vorrei riscaldare con stufa a pellet idro, collegandolo a impianto
Con calorifici. Quale stufa scegliere ? Conviene?
Il collegamento all’impianto di riscaldamento in sostituzione della caldaia si può fare, ma bisogna fare attenzione a comprare una stufa adatta: la dicitura corretta è “termostufa a pellet”. Per 120 mq ne servirebbe una sui 20 kW di potenza, per un costo dai 2.000 € in su per la sola stufa (esclusa quindi l’installazione). Il costo di riscaldamento, poi, è effettivamente inferiore a quello del gas metano: l’investimento si ammortizza chiaramente sul lungo termine.