Come scegliere il drone
Una delle novità nell’hobbistica degli ultimi anni è sicuramente l’introduzione dei droni, dei dispositivi volanti telecomandati con fotocamera integrata. Sempre più utilizzati in moltissimi ambiti professionali, i droni hanno incontrato il favore del pubblico, che può dilettarsi in riprese dall’alto suggestive e ricche di pathos, da prospettive aree che fino al passato recente era possibile effettuare solo in elicottero. Il prezzo di un drone è molto variabile: se un mini drone può costare anche solo 50 €, i prodotti standard costano tra i 250 e i 1.500 € per i modelli più noti al grande pubblico, e i prezzi diventano molto alti per i modelli professionali. Le marche più note sono DJI, la francese Parrot, Potensic, 4DRC, Xiaomi, tutte con una buona presenza sul mercato. Diventare abili nel comando di un drone e avere gusto nella scelta delle location e delle inquadrature può far diventare questo hobby una vera e propria professione, quella appunto del “dronista”. I droni più costosi e affidabili, in categorie di prezzo decisamente accessibili, riescono a raggiungere i 5.000 m di altezza. Per pilotare un drone oltre i 250 g di peso è necessario un patentino rilasciato dall’ENAC, l’Ente Nazionale Aviazione Civile, previo esame. Pilotare i droni è un hobby per tutte le età, che con poche centinaia di Euro dà molte soddisfazioni e che unisce l’amore per la natura, i paesaggi e le città a quello delle videoriprese, con il relativo lavoro di montaggio ed editing per creare dei video suggestivi.
1. Facilità d’uso
Chi si avvicina ai droni per la prima volta si chiede probabilmente quanto facile sia pilotarli, mentre chi sa già come si manovrano questi apparecchi radiocomandati ha interesse a sapere quali tipi di comandi sia possibile impartire loro. Per questo raggruppiamo nel fattore “Facilità d’uso” tutte le caratteristiche che riguardano il pilotaggio dei droni, che interessano tanto i principianti quanto gli esperti. Consideriamo dunque che tipo di telecomando abbia il drone, quali comandi questo supporti e se vi siano funzioni che facilitano la manovra.
Radiocomando
Un drone può venire controllato, a seconda del modello, da un radiocomando apposito oppure attraverso una app per dispositivi mobili. Il primo di questi due casi è il più comune, e anche se un tempo la diffusione del comando remoto tramite applicazione per smartphone era riservata a modelli di fascia medio-alta, oggi è possibile trovare anche diversi modelli economici che ne permettono l’utilizzo.Per i principianti è sicuramente preferibile un drone con telecomando dedicato, poiché questi sono più intuitivi da usare, soprattutto per quando riguarda il coordinamento motorio. Normalmente questi telecomandi presentano due stick, simili a quelli dei controller delle principali console, e un numero variabile di pulsanti. Spesso gli stick metallici possono essere rimossi e avvitati in base al bisogno, riducendo eventuali danni e aumentando la portabilità del dispositivo. Sempre più spesso è presente un’integrazione con app mobile da smartphone, talvolta con un range di comandi un po’ più limitato, ma aggiungendo la possibilità di sfruttare la funzione FPW, ovvero First Person View, che consente di riprendere video e scattare foto visualizzando in tempo reale quanto inquadrato dalla videocamera del drone. I radiocomandi, in questi casi, sono realizzati in modo da inserire il proprio telefono in un alloggiamento dedicato, fornendo ingressi di collegamento che si adattano a qualsiasi smartphone senza problemi. Inoltre, le app di controllo sono disponibili sia per Android sia per iOS.
Comandi
I comandi che è possibile impartire a un drone per farlo volare sono sempre di base quattro. Spesso questi termini si trovano in inglese, per cui li riportiamo in questa lingua:
- Throttle: questo è il comando che regola la velocità delle eliche, e più queste girano veloci, più il drone guadagna altitudine;
- Pitch: questo comando regola gli spostamenti in avanti e indietro del drone;
- Roll: serve a regolare gli spostamenti laterali;
- Yaw: con questo comando il drone ruota su se stesso.
I modelli un po’ più sofisticati prevedono poi anche un quinto comando, chiamato “trim“: con questo è possibile regolare l’assetto del drone, per farlo volare perfettamente orizzontale oppure con un’inclinazione particolare. Senza lasciarsi intimidire troppo da questi nomi, il pilotaggio dei droni necessita sicuramente di un po’ di pratica, ma è anche molto intuitivo.
Funzioni
Sono tre le funzioni principali che si possono trovare su un drone: il ritorno automatico, la “headless mode” e la modalità “follow”.
Ritorno automatico
Questa funzione è presente solo sui droni dotati di GPS integrato, che viene utilizzato per memorizzare la posizione di decollo per poi potervi ritornare una volta ricevuto il comando dedicato.
Headless mode
Per spiegare la headless mode dobbiamo invece dilungarci in una spiegazione un po’ più complessa. Anche se non sembra, infatti, i droni hanno una parte anteriore e una posteriore, di solito contraddistinte dalla colorazione delle pale o comunque dalla presenza di inserti o luci colorate. È importante poter distinguere sempre la parte anteriore e posteriore del drone perché tutti i comandi impartiti sono relativi all’orientamento del velivolo. Ad esempio, se il fronte del drone è rivolto verso il pilota e questi gli dà il comando di spostarsi verso destra, il drone si sposterà verso la sinistra del pilota, ovvero la destra del drone.Come è facile intuire, pilotare un drone in queste condizioni non è molto semplice, sia perché non sempre si riescono a distinguere luci e colori dalla distanza, sia perché è facile deconcentrarsi e dare un comando sbagliato. Per facilitare il pilotaggio è nata dunque la headless mode, letteralmente “modalità senza testa”: quando questa modalità è attivata, tutti i movimenti del drone sono relativi alla posizione del pilota e non alla testa del drone, che diventa così irrilevante ai fini dell’orientamento. Questa funzione è diffusissima e si trova ormai anche sui droni di fascia più bassa, anzi paradossalmente sono alcuni modelli di fascia alta a non supportarla ancora.
Follow
Sempre più diffuse sono le funzioni “follow me” e “follow you“. La prima viene attivata quando il drone ha il GPS integrato (molto comune sulla maggioranza dei modelli) e fa sì che il drone si mantenga a una distanza costante dal telecomando, seguendone gli spostamenti come un cagnolino. La funzione “follow you” utilizza invece diverse tipologie di tracciamento (active track, orbit, point of interest, terrain follow, waypoint ecc.) a livello di software, utilizzando dei programmi di riconoscimento degli oggetti che fanno sì che un oggetto, una persona o il terreno possano essere sempre inquadrati dal drone o che il drone segua dei punti inseriti su una mappa, in base al tipo di filmato che si vuole realizzare.
Ricordiamo infine che naturalmente anche il telecomando ha bisogno di alimentazione: questa nei modelli di fascia bassa viene affidata a normali batterie di tipo diverso a seconda del modello, anche se molto spesso sono richieste pile alcaline; nei modelli di fascia medio-alta è invece piuttosto comune che la batteria sia integrata e ricaricabile.
2. Autonomia
La seconda cosa che ci si deve chiedere è quanto a lungo possa volare un drone. Per chi non lo sapesse, precisiamo subito che bisogna partire con aspettative piuttosto basse: anche i modelli di gamma più alta difficilmente volano per più di 30 minuti.All’estremo opposto, i modelli più economici hanno anche meno di 10 minuti di autonomia. Questo si deve al fatto che per alimentare i motori del drone e sostenerne il peso in volo è necessaria parecchia energia, e il rapporto tra potenza e leggerezza di una batteria ad oggi non è particolarmente efficiente.
Le batterie utilizzate sui droni sono naturalmente le più leggere attualmente disponibili, ovvero quelle di tipo Li-Po, al polimero di litio, oppure Li-Ion, agli ioni di litio.
Abbiamo già accennato quali siano i tempi di volo che ci si debba aspettare da un drone, ma possiamo comunque considerare alcune caratteristiche della batteria per capire che prestazioni aspettarci.
Voltaggio
Il voltaggio della batteria ha una relazione diretta con la potenza dei rotori, e quindi con l’altitudine e/o la velocità che il drone può raggiungere. Più elevato è il voltaggio, più ingombrante sarà la batteria, per cui possiamo affermare che sui modelli particolarmente economici troveremo batterie a basso voltaggio (circa 4 V), mentre sui droni più accessoriati ne troveremo dalla potenza maggiore (15 V o oltre). I droni industriali hanno batterie decisamente più potenti, ma anche un peso di molto maggiore.
Amperaggio
L’amperaggio della batteria, espresso in mAh (milliampere/ora), indica la quantità di energia che la batteria può stoccare. Una capacità maggiore può indicare un’autonomia più lunga, ma il tutto va naturalmente rapportato alle dimensioni e al peso del drone: un drone di grandi dimensioni avrà per forza bisogno di una scorta di energia maggiore, dato che la consumerà più in fretta rispetto a modelli più piccoli.
Tempi di ricarica
Il tempo necessario alla ricarica completa della batteria dipende anch’esso in parte dall’amperaggio: è ovvio che maggiore è la capacità della batteria, più lunghi possono essere i tempi per la ricarica. Dobbiamo dire che, in ogni caso, i tempi di ricarica sono sempre più lunghi dell’autonomia di volo, spaziando dai 90 minuti alle tre ore. In alcuni casi la batteria è integrata, e non è quindi possibile tenerne una carica di scorta per non dover interrompere il volo a lungo: questi modelli non sono particolarmente consigliati, anche perché l’autonomia in volo raramente supera i 30 minuti. In tutti gli altri casi, invece, è possibile inserire batterie di ricambio, spesso già fornite nella confezione e facilmente acquistabili a parte per tutte le marche più note sul mercato.
Distanza di volo
In quanto a prestazioni, la distanza di volo è un altro parametro da considerare. I telecomandi dei droni trasmettono solitamente sui 2,4 GHz, e naturalmente la potenza dell’antenna varia da modello a modello: i droni per uso privato hanno un raggio d’azione che va dai 200 ai 5.000 m. Alcuni modelli con GPS integrato, inoltre, permettono la pianificazione della rotta pre-volo: in questo modo il drone, una volta decollato, vola col “pilota automatico” sulla rotta prestabilita, e in questo caso può raggiungere distanze molto maggiori (alcuni modelli industriali volano anche fino a 50 km di distanza). Va però ricordato che attualmente per legge il drone deve sempre rimanere entro il campo visivo del pilota, e che per realizzare riprese in ambiente urbano è necessario richiedere permessi alle autorità. La distanza inoltre è spesso solo nominale ed è sempre meglio tenere il drone non troppo lontano da sé, specialmente in caso di eventi atmosferici e se si è alle prime armi con i comandi.
3. Fotocamera
Una delle principali attrattive del drone è che, quasi sempre, è equipaggiato già all’acquisto per la fotografia e le riprese aeree, al contrario degli aeromodelli. Non è dunque soltanto divertente pilotare il drone in sé, ma anche esercitarsi a riprendere scatti e sequenze filmate da angolazioni altrimenti impossibili. Chi acquista un drone non può quindi prescindere dal considerare attentamente le caratteristiche della fotocamera in dotazione e valutare se vi sia o meno la possibilità di sostituirla con un altro apparecchio (tipicamente una action cam). Riassumiamo allora le caratteristiche a cui fare attenzione.
Risoluzione delle foto
Naturalmente come prima cosa vorrete sapere se la fotocamera in dotazione col drone, che sia fissa o meno, possa fare foto di buona qualità. Tenendo presente che qualunque fotocamera integrata monterà un sensore da 1/2,3″, lo stesso delle fotocamere digitali, le prestazioni fotografiche difficilmente saranno migliori di quelle di una moderna fotocamera compatta. Il numero di pixel che potete trovare in una fotocamera integrata in un drone va dai soli 4 MP ad un massimo di 48 MP sui modelli di gamma elevata. I modelli più costosi avranno fotocamere estraibili e ottiche di qualità, in base anche alla destinazione d’uso del prodotto.Il mercato dei droni è molto esteso e i prodotti sono molteplici, dotati di fotocamere di tutti i livelli, con lenti di qualità molto variabile. Inoltre, nei modelli entry level raramente troverete specificate altre caratteristiche della fotocamera, come gli ISO o l’angolo visuale delle lenti.
Solamente i droni migliori vengono venduti già equipaggiati con una fotocamera di buon livello, con funzioni come lo scatto multiplo, la possibilità di scegliere tra risoluzioni diverse e di impostare alcuni parametri tecnici.
Risoluzione video
In secondo luogo valuterete la qualità delle riprese video effettuate dal drone. Si tratta in questo caso di considerare a quale definizione e fps (fotogrammi al secondo) vengano realizzate le sequenze video e se sia possibile o meno cambiare le impostazioni, così da avere ad esempio filmati a risoluzione più bassa ma che occupino anche meno spazio sulla scheda di memoria (di cui parleremo a breve). Ormai anche i droni di fascia più economica offrono riprese in Full HD e si arriva anche nei modelli più semplici ai 4k di risoluzione. I risultati finali sono però spesso lontani da quanto ci si potrebbe aspettare valutando semplicemente questo dato tecnico, perché spesso la dicitura “4K” viene usata in modo poco appropriato. Considerate sempre che se un drone ha un prezzo di poco più di 100 € non sarà sicuramente equipaggiato con le lenti migliori per delle riprese ad alta risoluzione.I fotogrammi al secondo (fps) delle riprese video indicano invece la fluidità delle immagini riprese. Un buon valore sarebbe di 30 fps e solo modelli molto buoni hanno un valore di 60 fps. Per avere riprese di qualità è quindi necessario investire cifre abbastanza importanti, mentre i droni amatoriali potranno essere semplicemente un buon modo per allenare le proprie abilità di pilotaggio. Solitamente le immagini professionali vengono realizzate su droni di fascia alta, con fotocamera estraibile e dal prezzo superiore ai 1.500 €.
Memoria
In molti casi la scheda di memoria su cui salvare foto e filmati effettuati in volo non è compresa nella confezione all’acquisto oppure, quando lo è, non è molto capiente, generalmente 16 GB per i modelli base. Il consiglio è dunque quello di acquistarne una a parte, badando a rispettare le dimensioni massime qualora indicate dal produttore. Sui droni si montano normalmente schede di memoria Micro SD: i modelli top di gamma possono montare schede fino a 128 GB. Quasi tutti i dispositivi sono dotati di collegamento tramite mini USB e USB-C, che consente di scaricare i dati dalla memoria sul proprio computer.
Il collegamento potrà anche essere usato per svolgere aggiornamenti di routine, tra i quali l’installazione dei vari firmware che periodicamente vengono messi a disposizione degli utenti e che migliorano le prestazioni dei modelli più sofisticati.
Integrazione mobile
Abbiamo già potuto vedere come in alcuni casi sia possibile controllare il proprio drone da smartphone o tablet, semplicemente installando le applicazioni gratuite messe a disposizione dalle case produttrici. Molto spesso però le applicazioni consentono anche (e in alcuni casi solamente) di controllare la fotocamera montata sul velivolo: vale a dire che è possibile visualizzare in tempo reale sullo schermo del proprio dispositivo mobile le immagini riprese dal drone, decidere quando scattare, quando riprendere e condividere le immagini immediatamente online.
Vedere in tempo reale il “punto di vista” del drone è utile anche per un altro motivo: quando non è facile seguire il drone con lo sguardo si può volare “a vista”, orientandosi attraverso le immagini trasmesse dalla fotocamera.
Montaggio
Abbiamo detto che una fotocamera può essere integrata nel drone oppure smontata e sostituita con un altro modello. In entrambi i casi vi è un ulteriore fattore da considerare, ovvero se la fotocamera possa venire orientata ad angolazioni diverse, su un supporto quindi snodato, o se abbia una posizione fissa. La possibilità di orientare la camera a piacere permette chiaramente di effettuare scatti e riprese a diverse angolazioni, mentre un drone con telecamera fissa permette meno creatività alla regia.I migliori modelli possono avere anche uno stabilizzatore per la fotocamera compreso nel sistema di fissaggio, oppure prevedono la possibilità di montarne uno. In inglese questi strumenti si chiamano “gimbal” e possono essere motorizzati.
La presenza o meno di uno stabilizzatore fa una grande differenza nella qualità delle riprese: le immagini risultano infatti molto fluide, senza scossoni, proprio perché lo stabilizzatore compensa attivamente i movimenti bruschi cui un drone in volo può essere soggetto.
4. Stabilità
Infine, bisogna fare qualche considerazione tecnica anche sulla stabilità di un drone, intendendo naturalmente la stabilità durante il volo. Le caratteristiche che andremo ad enumerare sono rilevanti sia per chi vuole imparare a pilotare il suo primo drone, sia per chi vuole specializzarsi nelle riprese aeree: imparare a volare con un drone molto stabile è naturalmente più semplice, mentre per realizzare buone foto e filmati la stabilità è un fattore determinante. Andiamo con ordine.
Rotori
Uno dei principali fattori che determinano la stabilità di un drone è il numero di rotori di cui esso è dotato. Non si trovano ormai più droni con tre rotori soltanto, il minimo è ormai quello dei quattro rotori. Questo tipo di drone viene spesso chiamato quadricottero o, in inglese, quadcopter, e dal punto di vista della stabilità in volo offre già prestazioni soddisfacenti.L’unica pecca è che, in caso di malfunzionamento di una o due eliche, la stabilità viene persa e il velivolo diventa pressoché ingovernabile. Molto meglio da questo punto di vista i modelli con sei rotori, gli esacotteri o hexacopter. Si tratta di modelli di fascia media, di dimensioni di solito medio-grandi, che per il semplice fatto di avere sei rotori anziché quattro sono in generale più potenti, più stabili anche in condizioni di vento e meglio governabili anche in caso di avaria di uno o due rotori.
Possiamo dunque raccomandare un drone di questo tipo a chi si vuole specializzare nelle riprese aeree, mentre per imparare a volare va benissimo un quadricottero.
Esistono anche modelli a otto rotori (gli ottacotteri o octacopter): questi sono però molto grandi, molto costosi e perlopiù utilizzati nell’industria cinematografica. Infatti avere un numero maggiore di rotori, però, significa che il dispositivo è anche dotato degli stabilizzatori degli stessi (in gergo ESC, Electronic Speed Controller): questi aumentano il peso e richiedo più amperaggio, creando una specie di circolo vizioso che influisce sulla maneggevolezza del dispositivo.
Assi
Tra le specifiche tecniche di un drone troverete sempre menzionato anche il numero degli assi. Si tratta in questo caso del numero di sensori che permettono al drone di comprendere come è collocato rispetto allo spazio circostante: a che altitudine si trova, se è sottosopra, se sta accelerando verso l’alto, il basso, lateralmente ecc. La tendenza dei produttori è ormai quella di dotare i propri droni di sei assi, poiché una migliore cognizione dello spazio permette al drone di volare in modo più stabile e sicuro. I droni della generazione precedente, a tre assi, sono infatti più soggetti al ribaltamento quando gli si fa fare ad esempio una curva molto stretta e veloce, e reggono anche molto peggio alle folate di vento. I modelli più evoluti, ma anche più grandi di dimensioni, avranno dei sensori laterali e posteriori che aiuteranno il drone nelle manovre all’indietro e laterali. I sensori frontali sono ovviamente sempre presenti, per garantire il movimento in avanti e l’adeguato rilevamento di ostacoli, evitando ad esempio che il drone rimanga incastrato in un albero. Allo stesso modo sensori inferiori fanno in modo che il dispositivo calcoli la distanza dal terreno e possa atterrare con facilità o evitare di finire in acqua.
Dimensioni
Infine, il più ovvio dei fattori che influenzano la stabilità di un drone sono le sue dimensioni. Non si tratta solamente di una questione di peso, per cui un oggetto più pesante è ovviamente meno sensibile a condizioni meteorologiche avverse, ma anche di portanza: pale più grandi sviluppano infatti una maggiore portanza, e permettono non solo di volare più in alto e più veloci, ma anche di mantenere meglio la posizione in qualunque circostanza. Negli ultimi anni sono diventati sempre più diffusi e accessibili a livello di prezzi i mini droni, alcuni anche di ottima qualità. Ovviamente un drone un po’ più piccolo offre facilità d’uso ed elevata portabilità, ma ha anche meno tecnologie a disposizione per evitare gli eventi avversi. Sono consigliati a chi inizia con questo tipo di hobby o professione, anche per valutare nel tempo la spesa e l’effettivo utilizzo del prodotto, oltre che per fare pratica con i comandi e con una tecnologia nuova.
Le domande più frequenti sui droni
Di cosa è fatto un drone?
Per un drone i materiali sono importanti per almeno due motivi. Il più ovvio è naturalmente il peso: per volare un drone deve essere il più leggero possibile. Per questo i materiali costruttivi del telaio, della scocca e delle eliche devono essere molto leggeri: nei modelli più economici si tratta semplicemente di plastica, mentre quelli più sofisticati sono in fibra di carbonio. Questi due materiali sono molto diversi anche in quanto a resistenza: naturalmente la plastica è più morbida e fragile rispetto alla fibra. I materiali durevoli e all’avanguardia evitano inoltre eventuali rotture, proteggono il corpo macchina e aumentano la longevità generale del prodotto. Va ricordato infatti che sebbene sia un prodotto altamente tecnologico, il drone di fatto viene usato all’aperto, è soggetto alle intemperie, riceve spesso botte e capita di frequente che ci siano cadute o perdite di quota. Per questo è importante considerare anche quali e quanti pezzi di ricambio siano inclusi all’acquisto del drone: è fondamentale che vi siano alcuni ricambi per le eliche, ad esempio, che sono le parti più fragili e soggette a rottura. È anche importante che vi siano delle protezioni proprio per le eliche, da poter montare quando state imparando a volare e quando volate dentro casa, per proteggere in quest’ultimo caso non solo il drone, ma anche gli arredi e le persone.
Quali sono le principali marche di droni?
Nel caso dei droni la marca è abbastanza importante per chi intende farne un uso prolungato e semiprofessionale. Se il vostro obiettivo è imparare a volare bene per hobby o per darvi alla fotografia aerea, allora è necessario che acquistiate un buon drone di fascia medio-alta, da un produttore noto per i suoi prodotti di buona qualità. DJI, Parrot e Yuneec sono solo alcuni dei principali nomi su cui orientarsi per droni di gamma alta. I droni di fascia alta, con prezzi superiori a 2.000 €, avranno anche delle fotocamere esterne di ottimo livello, come alcuni modelli di Yuneec dotati di fotocamere professionali Leica, la famosa azienda tedesca produttrice delle note macchine fotografiche reflex, oggi declinate in versione digitale, con materiali e ottiche tra i migliori al mondo.
Se al contrario considerate il drone poco più che un giocattolo, magari da regalare ai più giovani, allora potete investire molto meno e aggiudicarvi un modello meno sofisticato, che risulterà comunque più che sufficiente per imparare a volare con questi apparecchi. Hubsan, UDI, JJRC sono tutti marchi che offrono modelli dal costo molto contenuto ma dalle prestazioni soddisfacenti.
Quanto costa un drone?
Come è facile intuire a seguito di quanto detto finora, il prezzo di un drone è importante quando si cerca un modello di qualità e duraturo. Il ventaglio dei prezzi dei droni è infatti straordinariamente ampio, e va dai 40 € circa dei modelli giocattolo più piccoli e semplici agli oltre 1.000 € dei droni più sofisticati e performanti. Di pari passo con il prezzo le caratteristiche che aumentano in un drone sono in primo luogo la capacità della batteria e l’autonomia di volo, il range coperto dal radiocomando e in generale le dimensioni. Caratteristiche che si trovano sui modelli di fascia più alta sono inoltre l’integrazione con GPS, la presenza di un gimbal motorizzato per la fotocamera e, ove compresa, una fotocamera appunto di buona qualità.
Riassumiamo qui di seguito le principali caratteristiche che potete trovare in ciascuna fascia di prezzo:
- Fascia di prezzo bassa: < 120 €, fotocamera integrata 4-8 MP, video 2K, autonomia media 6 min, raggio d’azione 300 m;
- Fascia di prezzo media: 200-400 €, fotocamera smontabile 8-20 MP, video 4K, autonomia media 15 min, raggio d’azione 400 m, ritorno automatico, integrazione app;
- Fascia di prezzo alta: > 500 €, fotocamera smontabile 20-48 MP, video 4K, autonomia 30 min, raggio d’azione 500 m, ritorno automatico, integrazione app, streaming real time, GPS integrato.
Quale drone è adatto ai bambini?
Esistono sul mercato dei dispositivi chiamati mini droni, molto piccoli di dimensioni, che sono decisamente più economici e con una tecnologia molto più semplice rispetto a un drone standard. Spesso hanno le eliche incastrate in una scocca in gommapiuma semirigida e leggerissima, o un corpo in plastica leggera; altri, sempre appartenenti alla categoria dei mini droni, sono invece prodotti accessoriatissimi non certo indicati all’uso da parte di bambini. Le versioni più semplici sono dotate, come i fratelli maggiori, di radiocomando, ma in versione base che li fa somigliare un po’ a quelli di un’automobile radiocomandata. Non tutti i mini droni sono dotati di fotocamera: i modelli più basic hanno prezzi irrisori, al di sotto dei 50 €, e vanno benissimo per i bambini, mentre i mini droni accessoriati possono costare anche 500 €. Molti modelli sono dotati di fotocamera anche di qualità alta, mediamente fino a 8 MP di risoluzione. Ovviamente non avrete a disposizione tutti gli effetti, gli stabilizzatori dell’immagine e le ottiche di un drone standard. Questi modelli di mini drone sono anche consigliati per chi si approccia a questo hobby e vuole scoprire se l’effettivo utilizzo di un dispositivo volante è divertente. Anche nel caso dei mini droni l’uso in casa è assolutamente sconsigliato, perché sebbene semplici e leggeri questi dispositivi utilizzati al chiuso potrebbero danneggiare in pochi secondi vetri, vasi e lampadari, sono invece ideali per l’aria aperta durante le scampagnate o nella stagione estiva.
Quale drone può operare a lunga distanza?
Moltissimi droni commerciali, destinati al grande pubblico con un prezzo tra i 350 e i 1.300 €, possono già considerarsi “a lunga distanza”. Realisticamente, però, solo dei droni professionali, dai costi, tecnologia e competenze di utilizzo molto più complesse, nonché richiedenti patentino d’uso, sono realmente a lunga distanza e possono allontanarsi anche di 20 km dal radiocomando. Per via aerea, verso l’alto e nello spazio, allontanarsi di molto dall’operatore è abbastanza facile, e il pilota non esperto potrebbe non rendersi conto immediatamente dell’effettivo percorso del dispositivo. Orientativamente, un drone standard viene utilizzato a massimo 1 o 2 km di distanza dal telecomando, anche se sulla carta questi prodotti possono viaggiare fino a 5 km e alcuni modelli “pro” fino a 7 km. Durante le manovre dovremo però considerare alcuni elementi non secondari riguardo al nostro volo e all’opportunità o meno di spingere il nostro drone fino alla distanza massima. Anzitutto, un drone a molti km di distanza diventa difficile da vedere a occhio nudo per l’operatore, che perde in parte la visione globale dell’oggetto nello spazio.
Si aggiungono altri fattori determinanti e non controllabili come gli elementi atmosferici, specialmente il vento ad alta quota, che rendono il volo del drone molto meno stabile. Inoltre, a distanze più elevate l’intromissione di frequenze elettromagnetiche esterne diventa più alta, un fattore di rischio che riduce il controllo del nostro dispositivo. Va inoltre precisato, per i piloti meno esperti, che in caso stiate guidando un drone in un ambiente naturale, come un paesaggio roccioso o con alberi, allontanandolo troppo da voi, in caso di malfunzionamenti o eventi avverso un drone troppo lontano vi potrebbe costringere a una ricerca alla cieca tra alberi, fronde e vette non sempre facilmente raggiungibili. Se invece siete in un ambiente urbano, ma anche in un parco di medie dimensioni all’interno di una città italiana, dovrete considerare l’assoluto divieto di utilizzare il drone in questi ambienti.
L’ENAC ha infatti diramato delle indicazioni che vietano l’uso di droni non ricreativi in volo su riserve naturali, in zone abitate e nei pressi di aeroporti, pena delle multe molto salate.
Quale drone può essere usato senza patentino?
Dal dicembre 2020 per pilotare un drone è obbligatorio dotarsi di un patentino erogato dall’Ente Nazionale Aviazione Civile, l’ENAC. Questa certificazione, il patentino per Pilota UAS (A1-A3), dove “UAS” sta per “Unmanned Aircraft System”, ovvero “Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto“, si ottiene svolgendo un esame online. I materiali del corso sono messi a disposizione dall’ENAC stessa e il test a risposta multipl, consiste in 40 domande da inserire in un’ora. Per ottenere il patentino va pagata un’iscrizione di 31 € che dà diritto a quattro tentativi del test. L’attestazione è disponibile anche per i minorenni con l’inserimento dei dati personali da parte dei genitori, mentre i maggiorenni dovranno presentare il proprio SPID per avere accesso al corso. Il livello A1 darà la possibilità di svolgere attività ricreative definite “non critiche“, ovvero il volo a vista a 120 m di distanza dall’operatore, a 50 m di distanza da persone e luoghi trafficati e mai su assembramenti di persone.
Chi non volesse prendere il patentino dovrà orientarsi su un drone che pesi meno di 250 g, questa infatti è la discriminante principale per l’utilizzo di questi dispositivi. Per 250 g si intende il peso complessivo del drone incluse le fotocamere ed eventuali dispositivi aggiuntivi. La maggior parte dei droni in commercio ha però un peso maggiore di 250 g, e quindi il livello base del patentino è obbligatorio per quasi tutti coloro che si dilettano in questo hobby.
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Perchè non ci sono prodotti DJI nella classifica, ma li consigliate invece spesso in risposta ai messaggi ? Meglio Parrot o DJI ?
I prodotti consigliati variano con il tempo. I due marchi che citi sono entrambi molto buoni, il modello specifico da scegliere dipenderà dal tuo budget e dalle tue esigenze.
Buongiorno, vorrei sapere se per un drone tipo Dji air (ca. 400 Gr di peso ) per uso hobbistica, serve fare patentino, assicurazione , o registrazione
La normativa sta cambiando, ma il peso è superiore ai 300 g quindi suggeriamo di chiedere maggiori informazioni a D-Flight, un portale creato appositamente dall’ENAC.
Salve .sono possessore di una action cam e cerco un drone dove possa usare la gopro qualle drone senza telecamera mi consigliate? budget sui 200€.Graz
Puoi provare con questo modello, molto apprezzato dagli utenti.
Viaggio in moto, mi occorre un pieghevole, gps, buone foto e video.
Immagino che devo spendere oltre i 400. Sto osservando uno xiaomi, sennò?
Grazie
Se cerchi un modello veramente di qualità consigliamo il DJI Mavic Pro.
Buonasera per uso videoispezione tetti grondaie coperture facciate abitazioni prezzo fascia media con sensore anticrash facile da usare. Grazie.
Potresti provare il DJI Spark Combo, in generale per avere il sensore anti collisione è necessario investire una cifra maggiore.
Salve,vorrei acquistare un drone per fare le prime esperienze. Fascia di prezzo €200. Lo vorrei con istruzioni in ITALIAMO. Grazie
Per una primissima esperienza consigliamo il Twodots Falcon Pro.
Cerco un drone capace di effettuate riprese verso l’alto, al fine di ispezionare la parte inferiore dell’impalcato di ponti e viadotti
Per usi professionali è necessario rivolgersi a marchi specializzati, sconsigliamo di affidarsi a prodotti pensati per un uso ricreativo.
Salve, vorrei acquistare un drone per prima esperienza con una discreta autonomia e qualità di video/foto. prezzo intorno ai 100€
Per una prima esperienza il Twodots Falcon Pro può essere una buona scelta.
Salve, io ho acquistato un Drone Nine Eagle TF PRO, va dove vuole lui, non riesco a stabilizzarlo, non sta fermo…. E’ normale x questo modello?
I modelli in questa fascia di prezzo raramente offrono una grande stabilità, ma se il problema persiste in modo costante, anche in condizioni meteorologiche perfette, consigliamo di rivolgerti all’assistenza clienti del produttore.
Ciao! un drone sui 100/150€ con ottima stabilità visto che sono vicino al mare. Gps, Ritorno automatico, Camera 2mp, non mini. Ora ho un cyclone.
Con questo budget difficilmente troverai un modello molto stabile. Possiamo suggerirti il Twodots Go!!! GPS.