Come scegliere il biotrituratore
Se avete un piccolo appezzamento di terreno e alberi da frutto o cespugli, o se avete un piccolo bosco nel vostro terreno, prima o poi dovrete dotarvi di un biotrituratore. Si tratta di un elettroutensile per giardinaggio a carrello che serve a trasformare in pacciame o compost gli scarti della lavorazione del giardino. Pensate ad una normale operazione di potatura con un decespugliatore o una motosega: vi troverete ad avere a che fare con rami, foglie o erba “di scarto” che dovrete buttare. Un tempo gli scarti della potatura venivano bruciati, operazione che oggi, per disposizione di legge, non è più possibile. Dotandosi di un biotrituratore questi scarti vengono lavorati e trasformati in concime. Con questo utensile quindi si ottiene un doppio vantaggio: da un lato il volume degli scarti da potatura, difficili da smaltire, viene notevolmente ridotto, dall’altro si ottengono gratuitamente materie prime da usare per la concimazione.
Quando acquistare un biotrituratore
L’acquisto di questo tipo di prodotto vi viene suggerito dalla mole di rami e foglie che raccoglierete durante tutte e quattro le stagioni dell’anno. Nello specifico, se raccogliete più foglie o rami. Inoltre, un appezzamento di terreno più grande, con finalità agricole, vi porterà naturalmente a selezionare questo tipo di elettroutensile, anche perché il compost vi tornerà utile per la coltivazione. Va precisato che non tutti i biotrituratori sono in grado di triturare grandi quantità di erba o fogliame: nel caso in cui abbiate molta erba da tagliare è consigliabile optare per un tagliaerba con un serbatoio di raccolta molto capiente, mentre nel caso in cui dobbiate smaltire molte foglie potete pensare ad un soffiatore.
Fatte queste premesse, vediamo allora a quali caratteristiche prestare attenzione per scegliere quale biotrituratore comprare.
Caratteristiche di taglio
Le caratteristiche di taglio sono il primo aspetto da tenere in considerazione al momento dell’acquisto perché in base ad esse si può capire immediatamente se il prodotto sia adatto al proprio giardino e al tipo di piante in esso presenti. È dunque necessario valutare sia il sistema adoperato, sia la velocità del taglio.Esistono almeno tre tipi di sistema di taglio: il sistema a turbina, il sistema a rullo e il sistema a lame. Vediamo ognuno di questi separatamente.
Sistema a turbina
Questo è il sistema di taglio più efficiente. Le turbine, infatti, permettono di triturare facilmente tutte le parti e tipologie di piante, da quelle con tronco legnoso, agli arbusti flessibili, fino alle frasche. Questo vuol dire anche che è possibile triturare una quantità maggiore di materiale prima che il cesto si riempia, poiché i residui sono di dimensioni inferiori rispetto a quelli lasciati da un sistema a rullo. Data la sua versatilità, un biotrituratore a turbina è sicuramente il più adatto per chi ha un ampio giardino con una flora variegata oppure per chi ha un orto con alberi da frutto. La turbina ha inoltre il vantaggio di creare una corrente aspirante, facilitando così anche l’inserimento di foglie o rametti di piccole dimensioni. Un altro vantaggio di questo sistema è la relativa silenziosità, dal momento che il motore effettua un basso numero di giri al minuto.
Sistema a rullo
Generalmente più economico del sistema a turbina, è però anche meno performante. Il sistema a rullo produce infatti residui più grossi rispetto al primo e non è altrettanto efficace sui fili d’erba e sulle foglie, che non vengono sminuzzati a sufficienza. Inoltre ha più rischio di incepparsi, e per questo alcuni biotrituratori a rullo sono dotati della funzione di inversione della rotazione, in modo da agevolare la rimozione di eventuali rami incastrati. Rimane comunque un sistema valido per arbusti e cespugli, quindi è da consigliare a chi, ad esempio, abbia un piccolo giardino delimitato da siepi. Come il sistema a turbina, anche quello a rullo ha il vantaggio di garantire delle buone prestazioni anche a pochi giri al minuto, normalmente intorno ai 40, quindi entrambi sono generalmente più silenziosi dei sistemi a lame.
Sistema a lame
È il sistema meno versatile, in quanto veramente efficace solo con rametti e frasche. Per essere più taglienti le lame sono infatti generalmente molto sottili e questo le rende inadeguate a tagliare rami spessi. Per questo motivo sono anche relativamente fragili e richiedono una manutenzione più frequente. Sicuramente questo sistema ha il vantaggio di essere molto più economico degli altri e va bene per chi ha un piccolo orto o un giardino che non richieda una grossa manutenzione. Per contro, un biotrituratore di questo tipo è generalmente molto più rumoroso rispetto ad uno a rullo o a turbina, perché per sminuzzare al meglio le lame devono muoversi ad un numero di giri molto superiore. Maggiore è la velocità di rotazione delle lame, più fine è il trito. In media i biotrituratori a lame hanno motori dalla velocità di 4.000 giri/min.
Motore
Strettamente connesse al sistema di taglio, le prestazioni del motore rivelano molto circa la qualità di un biotrituratore. In questo caso le caratteristiche da tenere in considerazione sono il tipo di alimentazione, la potenza e la rumorosità.Parliamo infatti di uno strumento da utilizzare all’aperto, in orti e giardini, per cui questi aspetti forniscono molte indicazioni sul tipo e sulle modalità di utilizzo possibili del biotrituratore. Nei prossimi paragrafi ci occuperemo di ciascuno di questi tre aspetti.
Alimentazione
Esistono due tipi di biotrituratore: quelli ad alimentazione elettrica e quelli a benzina. Si tratta di una differenza fondamentale e non di poco conto: vediamo perché.
Biotrituratori a benzina
Questi biotrituratori offrono in genere prestazioni molto più elevate rispetto a quelli elettrici, ma sono anche molto più pesanti e costosi. Si tratta di strumenti professionali, alcuni dei quali necessitano di essere attaccati anche ad altri macchinari per essere trasportati. Per un uso domestico sono quindi assolutamente sconsigliati, anche perché le loro dimensioni sono tali da richiedere uno spazio apposito dove ritirarli e visto il loro peso rischiano addirittura di rovinare il prato e/o il giardino.
Biotrituratori elettrici
Questi sono sicuramente molto più adatti all’utilizzo domestico, perché più leggeri e maneggevoli. Inoltre, le prestazioni che forniscono sono più che sufficienti per la manutenzione ordinaria del giardino e dell’orto, nonostante abbiano lo svantaggio di dover essere collegati ad una presa di corrente. Anche la lunghezza del cavo, come vedremo più avanti, ha dunque una certa importanza nella valutazione del biotrituratore, perché in base ad essa potrete capire quale margine di movimento abbia il biotrituratore e se sia necessario acquistare anche una prolunga.
In questa sede ci occupiamo unicamente di modelli elettrici dal momento che sono quelli più idonei ad un uso domestico.
Potenza
A prescindere dal tipo di utilizzo, la potenza è sicuramente una caratteristica fondamentale da tenere in considerazione per qualunque macchinario, attrezzo, strumento o elettrodomestico presenti un motore. Nel caso dei biotrituratori, a causa del tipo di prestazioni che devono fornire parliamo già di potenze abbastanza elevate. In generale, possiamo classificare la potenza di questi macchinari come segue:
- Potenza bassa: inferiore ai 2.000 W. Può trattarsi di prodotti scadenti o molto vecchi;
- Potenza media: tra i 2.000 e i 2.500 W. Entro questi valori di potenza rientra la grande maggioranza dei biotrituratori elettrici sul mercato;
- Potenza alta: dai 2.500 W a salire. Questi sono in genere anche i biotrituratori più costosi.
Rumorosità
Abbiamo accennato al fatto che i biotrituratori a lame sono generalmente più rumorosi di quelli a turbina o a rullo, e in effetti l’inquinamento acustico prodotto da queste macchine è un fattore di non poco conto. In genere i biotrituratori producono emissioni sonore al di sopra dei 100 dB, quando l’orecchio umano non dovrebbe essere mai esposto a rumori superiori ai 90 dB, pena il rischio di danni permanenti all’udito. Per questo motivo è sempre preferibile scegliere un biotrituratore silenzioso, ovvero con emissioni inferiori alla soglia dei 100 dB. Ricordiamo comunque che prima di utilizzare il biotrituratore è necessario munirsi di guanti, occhiali e cuffie di protezione.
Prestazioni
Non sono ovviamente da sottovalutare le prestazioni che il biotrituratore è in grado di fornire, perché da queste dipendono ovviamente gli usi che è possibile farne: ad esempio, valutando questi aspetti si capisce la dimensione dei rami che si possano triturare, quanti chili all’ora vengano lavorati e altro ancora.
Abbiamo individuato due parametri che sono a nostro parere indicativi delle potenzialità di un biotrituratore a livello di prestazioni, ovvero la capacità di taglio e quella di triturazione. Vediamo qui di seguito di che cosa si tratti.
Capacità di taglio
Le dimensioni del tubo di inserimento dei materiali che si vogliono triturare determinano la capacità di taglio del biotrituratore, ovvero il diametro massimo dei rami che vi si possano inserire. Va da sé che un biotrituratore a lame ha un tubo di inserimento più piccolo, in quanto strutturato per sminuzzare principalmente foglie o piccoli rametti, mentre uno a turbina è generalmente più versatile. In media la capacità di taglio è compresa tra i 38 e i 40 mm. Naturalmente quindi è bene valutare, in base alle piante che avete nel vostro orto o giardino, che tipo di residui andrete ad inserire nel biotrituratore, in modo da non rischiare di acquistarne uno con un tubo di inserimento dalla grandezza insufficiente o al contrario di sceglierne uno magari più costoso, ma con una capacità di taglio eccessiva per le vostre esigenze.
Capacità di triturazione
La capacità di triturazione indica quanti chili di materiale di scarto sia possibile tagliare in un’ora di utilizzo, quindi dà indicazioni circa la velocità della macchina. Questa caratteristica è strettamente legata sia alla capacità di taglio, sia al numero di giri del motore, che a sua volta dipende dal sistema di taglio sfruttato dal biotrituratore: sono quindi diverse le variabili che concorrono a determinarla, ma fortunatamente è spesso indicata nella scheda tecnica del prodotto.
Se avete un giardino molto grande oppure poco tempo a disposizione per dedicarvi alla cura delle piante, sarà bene scegliere un biotrituratore dalla capacità di triturazione alta, ovvero al di sopra dei 200 kg/h. Se invece avete bisogno di tagliare giusto qualche frasca, allora potrete anche scendere al di sotto dei 100 kg/h. Un buon compromesso è quello di scegliere un biotrituratore che abbia una capacità di triturazione compresa fra i 150 e i 200 kg/h.
Oltre a questi due parametri è molto importante valutare anche, nel caso sia previsto un contenitore di raccolta, la sua capienza, poiché dovrebbe essere commisurata alla capacità di triturazione del biotrituratore onde evitare da un lato di dover interrompere il lavoro molto di frequente per svuotarlo qualora fosse troppo piccolo, dall’altro un ingombro eccessivo e immotivato nel caso di un contenitore troppo grande.
Praticità d’uso
Onde evitare di spendere un’importante somma di denaro per poi dimenticare l’oggetto in un angolo, è importante non sottovalutare quegli accorgimenti che ne facilitino l’utilizzo, che vedremo nei prossimi paragrafi.
Tramoggia
Si tratta dell’apertura superiore nella quale viene inserito il materiale da trattare, la “bocca” del biotrituratore. I modelli più moderni hanno un design più comodo e confortevole, con smussature che evitano che i rami rimangano incastrati, per quanto possibile. Se stagionalmente vi trovate di fronte grosse quantità di materiale, avrete bisogno di una tramoggia di dimensioni maggiori, e quindi un biotrituratore più potente, fattore determinante per finire il lavoro in tempi ragionevolmente brevi.
Cesto di raccolta
Il cesto è una componente importante perché è il luogo dove viene raccolto il triturato. Non tutti i biotrituratori hanno il cesto integrato: i modelli più economici, ad esempio, lasciano all’utilizzatore la responsabilità di trovare un cesto raccoglitore adatto alle proprie esigenze. Per quanto la presenza di un supporto di raccolta integrato incida sul prezzo finale del biotrituratore, è sicuramente preferibile a nostro avviso scegliere un modello dotato di tale accorgimento. Nel caso si decidesse di optare per un modello con cesto raccoglitore, è utile prendere in considerazione altre due caratteristiche: la sua capacità ed il materiale di cui è fatto.
La capacità di un contenitore si misura in litri e tanto maggiore è, tanto più a lungo si può utilizzare il biotrituratore senza svuotare il cesto di raccolta. In media i biotrituratori con cesto integrato hanno una capacità di raccolta intorno ai 50 l.
I contenitori acquistabili separatamente sono generalmente sacchettoni in plastica morbida (ma ovviamente può essere usato qualsiasi contenitore di dimensioni adeguate), mentre il cesto integrato dei modelli più costosi è generalmente in plastica rigida, a volte trasparente.
Sicurezza
Tra le funzioni extra, quella che non dovrebbe mai mancare è un sistema di sicurezza. Stiamo parlando infatti di macchine dotate di parti affilate messe in azione da un motore, che dunque possono essere estremamente pericolose in caso di incidente.Alcuni modelli si limitano a racchiudere il sistema di taglio all’interno del corpo della macchina, altri invece sono dotati di un dispositivo di sicurezza che impedisce al motore di azionarsi se il cesto di raccolta non è inserito.
Un altro accessorio utile per la sicurezza e presente in quasi tutti i biotrituratori è la paletta convogliatrice. Questa si rivela particolarmente utile soprattutto qualora si lavorassero materiali come foglie e frasche, perché consente di spingere gli elementi più leggeri verso il sistema di taglio senza avvicinarvisi con le mani.
Trasportabilità
Trattandosi di macchine da utilizzare in giardino, anche la trasportabilità è un fattore importante, perché influisce sulla mobilità del biotrituratore e sulla semplicità con cui lo si può spostare, ad esempio se si ha un giardino molto grande. Pensate ad esempio che alcuni modelli arrivano a pesare anche 30 kg. Vediamo quindi quali sono gli elementi da considerare per valutare la trasportabilità del biotrituratore.
Dimensioni e peso
Sistema di taglio, motore e capacità di taglio sono tutti fattori che influenzano le dimensioni e il peso del biotrituratore. È possibile trovare in commercio sia biotrituratori molto pesanti, dal peso compreso tra i 20 e i 30 kg, sia biotrituratori dal peso inferiore ai 15 kg. Va da sé che, per mantenere il peso basso, questi ultimi devono necessariamente sacrificare qualcosa in termini di prestazioni. Non è possibile dunque paragonare un biotrituratore a turbina dal peso di 30 kg con uno a lame dal peso di 12 kg, ma sicuramente il peso può essere una variabile da tenere in considerazione quando si abbia intenzione di confrontare due biotrituratori appartenenti alla stessa famiglia. Un discorso analogo può essere fatto per le dimensioni, con la variabile dell’altezza: trattandosi infatti di una macchina a caricamento dall’alto, tanto maggiore è l’altezza del biotrituratore, tanto più scomodo può risultare inserire i rami nella tramoggia.
Ruote
Parlando di mobilità le ruote sono sicuramente una caratteristica da tenere presente. Questo non solo perché, come abbiamo visto, alcuni modelli sono particolarmente pesanti, ma anche perché la loro presenza consente di spostare la macchina senza dover ogni volta trasportare i rami vicino al biotrituratore. Le ruote devono essere di una grandezza tale da scorrere facilmente su tutti i tipi di terreno, dal prato al vialetto.
Lunghezza del cavo
Chiaramente, poiché il motore funziona a corrente, il raggio d’azione del biotrituratore è determinato anche dalla lunghezza del cavo e dall’eventuale presenza di una prolunga. In particolare, se il giardino è molto grande oppure la presa di corrente non si trova nelle vicinanze, è importante valutare di quanti metri di cavo avrete bisogno per raggiungere comodamente tutti i luoghi dove desiderate posizionare la macchina.
Maniglia
La presenza di una maniglia ergonomica agevola gli spostamenti perché permette di trascinare il biotrituratore senza fatica. La presenza di un appiglio è inoltre fondamentale per evitare di afferrare il biotrituratore in maniera impropria rischiando di danneggiarlo o di farsi male.
Altre caratteristiche
Altre caratteristiche accessorie meno importanti, ma decisamente pratiche, sono, ad esempio, la manopola di regolazione del taglio, per regolare la dimensione degli scarti triturati, o il sistema di riavvolgimento automatico del cavo che, come negli aspirapolvere, viene riavvolto all’interno della struttura per non occupare spazio e soprattutto non ingarbugliarsi. In alcuni modelli, infine, l’imbuto di raccolta è staccabile, utile, per esempio, per chi abbia un capanno degli attrezzi con più scaffali. I modelli moderni hanno inoltre dei sistemi di sblocco dei rami rimasti incastrati particolarmente efficaci.
Le domande più frequenti sul biotrituratore
Quali biotrituratori sono adatti a creare pellet?
Il pellet è un materiale di scarto del legno, pressato, che viene utilizzato per riscaldare gli ambienti bruciandolo nelle stufe a pellet. Il pellet può essere creato anche utilizzando gli scarti del legno prodotti dai biotrituratori. I modelli moderni funzionano quasi tutti riescono anche come “cippatrice” fai da te, riducendo quindi i rami inseriti in pezzi di legno più piccoli, ma non pronti da bruciare. Infatti, il cippato ottenuto va fatto essiccare completamente per evitare fumi dannosi, e sarebbe buona norma mescolarlo a del pellet preconfezionato. Inoltre, è necessario controllare con attenzione la grandezza del cippato ottenuto, assicurandosi che possa fluire agevolmente nel serbatoio della stufa. Esistono cippatrici professionali che servono proprio a questo scopo e che possono gestire legna e rami di diverse dimensioni in modo sicuramente più pratico.
Cos’è e come si produce il compost?
Il compost è un materiale organico naturale che funge da concime e che viene ottenuto lasciando macerare foglie, terriccio e altri scarti agricoli, anche alimentari, come frutta o ortaggi troppo maturi o bucce, per un periodo di tempo di almeno 10 mesi. Il compost viene raccolto nelle cosiddette “compostiere“, dei bidoni in plastica scura, simili a quelli della raccolta dei rifiuti, che vanno riempiti esclusivamente di materiale organico. I bidoni presentano nel fondo, alla base, una griglia aperta che consente al prodotto di “respirare” e consumare ossigeno. Il compost ospita moltissimi microorganismi e piccoli insetti, un vero “bioma” che si autosostiene e può essere usato sia come concime vero e proprio, sia come pacciamatura superiore per proteggere il terreno da sbalzi termici improvvisi. Inoltre, una compostiera può agevolmente servire anche un giardino fiorito di medie dimensioni o un piccolo orto. Idealmente, l’uso del compost sostituisce l’utilizzo di concimi chimici nel vostro terreno.
Cos’è un biotrituratore a cardano?
Si tratta di un trituratore professionale che va collegato al trattore per poter essere utilizzato. Non si tratta quindi di un prodotto destinato al giardinaggio o a chi semplicemente abbia il pollice verde. Questi trituratori possono avere più tramogge e non hanno motore, perché vengono alimentati direttamente dal trattore a cui vengono collegati. Si tratta di un tipo di biotrituratore che va acquistato solo dall’agricoltore professionista, attraverso specifici canali di distribuzione e dopo aver chiesto consiglio o consulenza al produttore sul modello più idoneo al suo terreno e coltivazione.
Quali sono le migliori marche di biotrituratori?
Tra le marche più famose e affidabili c’è sicuramente Bosch, che produce biotrituratori a lame, a rullo e a turbina, ma anche la Einhell, specialista nel settore del fai da te e del giardinaggio. Trattandosi di macchine che prevedono un seppur minimo livello di pericolo, vista la presenza di elementi affilati in movimento, è sicuramente consigliabile rivolgersi sempre a marche affidabili, che sono spesso garanzia di qualità.
Quanto costa un biotrituratore?
Di biotrituratori elettrici ne esistono di ogni fascia di prezzo, da quelli che superano i 1.000 € e si collocano nella fascia alta, a quelli di fascia di prezzo bassa dal prezzo compreso fra i 100 e i 200 €: il prezzo è indicativo di alcune caratteristiche del prodotto, ad esempio il sistema di taglio utilizzato incide molto sul prezzo finale di un biotrituratore. Chi necessita di una macchina da utilizzare con diversi tipi di piante, che sia in grado di triturare sia rami di grosse dimensioni, sia foglie e fili d’erba, dovrà orientarsi verso l’acquisto di un biotrituratore a turbina dal prezzo più elevato, mentre chi necessita di un prodotto da utilizzare principalmente con rametti e frasche potrà orientarsi anche su un biotrituratore a lame in fascia di prezzo bassa.
Quali sono i migliori biotrituratori del 2023?
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Desidero sapere qual’è il prodotto più indicato per triturare consistenti quantità di aghi di pino. Grazie
Ti consigliamo l’Einhell GH-KS 2440
Salve ho un giardino all’incirca di 600mq. Ho un salice alto 6m e vari ulivi nani. Raccogliere ramoscello e foglie secche. Che acquisto posso fare?
Per le tue esigenze possiamo consigliarti il Al-Ko Easy Crush MH 2800.
salve! per triturare piante di pomodoro e ortaggi in genere che tipo di biotrituratore potrei usare?
Il Einhell GH-KS 2440 è un ottimo modello e va più che bene per le tue esigenze.
Vorrei delle indicazione di un trituratore solo per foglie secche e umide . Grazie
Se si tratta solo di fogliame ti consigliamo il Einhell GH-KS 2440, un ottimo biotrituratore che fa al caso tuo.
Salve…per biotriturare finemente grandi quantità di aghi di pino, decina d’aiberi….e successivamente le solite frasche cosa consigliate?grazie
Ti consigliamo il Bosch AXT Rapid 2000, un biotrituratore con una capacità di 80 kg/h.
Buongiorno, ho un giardino di circa 500 mq con tre piante di platano, alberi di alloro siepi rampicanti e 6piante di uva fragola, spesa =< 150€ grazie
Per le caratteristiche del tuo giardino ti consigliamo il Bosch AXT 25 TC, tuttavia se hai un budget inferiore ai €150 potresti pensare di acquistare l’Einhell GH-KS 2440.
con un contratto enel da 3kw il biotrituratore funziona o salta la luce. grazie per la risposta.
Questo dipende da diversi fattori, ad esempio dal numero di elettrodomestici in funzione contemporaneamente e dal tipo di biotrituratore che scegli.
Elettrico professionale da KW 2,2 adatto a sminuzzare i rami di siepe CupressocYparis LeYlandii, che sono molto resinosi
e qualche altro ramo.
Puoi vedere il modello Tritone Bio – Sprint: motore elettrico da 3 Hp, 2,2 Kw.
Un biotrituratore elettrico può funzionare con la batteria
dell’auto ?
Non ci risulta che sia possibile alimentare direttamente un biotrituratore con la batteria dell’auto.
Salve, ho un giardino di 500 mq con siepi alloro,2 ulivi,4 agrumi,albicocco,mandorlo,susino,pesco,fico e nespolo mi consigliate rullo o lame. Grazie
Possiamo indicarti il modello Bosch AXT 25 TC, veloce e preciso, una soluzione ideale per velocizzare il lavoro nel tuo giardino.