Quanto latte dare a poppata?

Quanto latte dare a poppata?

Allattare al seno non è sempre facile o possibile: a tutte le neomamme, anzi, può capitare di non poter somministrare il latte dal seno al bambino, ad esempio quando a causa di impegni vari ci si deve separare dal neonato per diverse ore; è proprio in questi casi che il tiralatte si rivela molto utile, permettendo alla mamma di estrarre il latte con facilità e poi farlo somministrare a chi si prende cura del bambino in sua assenza.
È più che normale in questi casi avere dubbi su come scegliere il tiralatte, come utilizzarlo e come conservare il latte materno estratto.

Quando si utilizza il tiralatte, sia esso elettrico o manuale, diventa più facile misurare la quantità di latte data al bambino. In questi casi, la domanda che sorge spontanea è: di quanto latte hanno bisogno i neonati a poppata?
La risposta, in realtà, è tutt’altro che scontata. Quando si parla dei pasti dei più piccoli, infatti, non ci sono indicazioni standard; al contrario, ogni bambino ha caratteristiche, preferenze e soprattutto tempistiche diverse, motivo per cui non è possibile stilare regole fisse sull’alimentazione e l’allattamento. Quando, ad esempio, il piccolo viene allattato al seno, ogni poppata è diversa dall’altra e la produzione del latte da parte della mamma e il latte che il bambino richiede si regolano reciprocamente.Tiralatte elettricoTuttavia, quando è necessario somministrare il latte con il biberon, è utile avere un punto di riferimento per capire di quanto latte il piccolo potrebbe avere bisogno. Quello che si può fare è prendere in considerazione alcune semplici linee guida: in questa pagina faremo un po’ di chiarezza sulla questione e scopriremo a cosa fare attenzione per capire se un neonato assuma una quantità di latte adeguata e quali siano i segnali che possano indicare quando il neonato effettivamente non mangia a sufficienza.

Le linee guida

Come già accennato, il miglior metodo per garantire una buona alimentazione al neonato è, molto semplicemente, fare attenzione alle sue richieste: basta osservare i più piccoli con cura, infatti, per capire che sono loro stessi a comunicare quando hanno fame, quando hanno mangiato a sufficienza, oppure quando sono semplicemente stanchi.
Esiste tuttavia un metodo per calcolare la quantità di latte materno che, indicativamente, andrebbe somministrata al neonato nel corso di una giornata. Si tratta di una semplice formula che si basa sul peso del neonato: è sufficiente prendere quest’ultimo valore espresso in grammi e dividerlo per 10. Il risultato ottenuto va poi sommato al numero fisso 250 e in questo modo si ottiene la dose approssimativa di latte materno di cui il bambino ha bisogno in 24 ore. Per fare un esempio pratico: se il neonato in questione pesa 3,8 kg, ovvero 3.800 g, dovremo sommare 380 a 250: la quantità di latte da somministrare a questo bimbo in una giornata, dunque, sarà pari a circa 630 g, che equivalgono all’incirca a 630 ml di latte.
Quanto latte dare a poppataUna volta che avrete calcolato il quantitativo giornaliero, potrete dividere quest’ultimo per il numero di poppate che solitamente il neonato richiede, ottenendo in questo modo la dose indicativa di latte di cui il vostro bambino ha bisogno a poppata. Basandoci sull’esempio precedente, se il bambino richiedesse 8 poppate al giorno, allora la quantità di latte assunta in un singolo pasto sarà di circa 78-80 g.
In commercio potete trovare molti biberon con una capienza pari o inferiore a 130 ml, ideali per le poppate nei primissimi mesi di vita.

Come capire se la quantità di latte assunta è adeguata

Fino a qualche anno fa, uno dei metodi più utilizzati per capire se la quantità di latte assunta da un neonato in una poppata fosse adeguata o meno era quello della cosiddetta “doppia pesata“: secondo questa tecnica, il bambino doveva essere pesato prima e dopo il pasto in modo da capire, basandosi sulla differenza tra i due valori, quanto avesse effettivamente mangiato.Biberon adatto ai neonatiUn numero sempre maggiore di esperti, tuttavia, ha iniziato a sconsigliare questo metodo, che tende a sottoporre i neogenitori a uno stress eccessivo, creando complessi e ansie. La quantità di latte che il bambino assume, infatti, può variare da poppata a poppata e dipende, proprio come per gli adulti, dall’appetito che il neonato effettivamente ha in quel momento; può capitare, ad esempio, che il piccolo si attacchi al seno esclusivamente perché ha sete. La maggior parte dei bambini, quindi, è perfettamente in grado di regolare autonomamente la quantità di nutrimento che ha bisogno di assumere.
Il consiglio è quello di pesare il piccolo una volta alla settimana al fine di monitorare la crescita del bambino, salvo sia raccomandato diversamente dal pediatra di fiducia.

Nella fase iniziale della vita di un neonato, comunque, è bene fare attenzione che le dosi di latte assunte siano sufficienti. Per farlo, basta basarsi su alcuni semplici segnali:

  • Subito dopo la poppata, il bambino è tranquillo e rilassato;
  • Tra una richiesta di una poppata e l’altra non passano più di 4 ore;
  • Il peso del piccolo cresce di circa 140-200 g a settimana;
  • Il bambino bagna almeno 5/6 pannolini in 24 ore e le urine sono non concentrate, ovvero di colore trasparente oppure giallo chiaro;
  • Durante il primo mese di vita, il bambino produce dalle 2 alle 5 scariche di feci in 24 ore (in seguito la frequenza potrebbe diminuire);
  • La cute del bambino appare sana e idratata;
  • Il bambino sembra avere un buon tono muscolare ed è forte e attivo.

I segnali chiave quando un neonato non mangia abbastanza

Al contrario, quando un neonato manifesta i seguenti segnali, significa che la quantità di nutrimento che assume non è sufficiente:

  • Le feci sono scarse e piuttosto scure;
  • Anche l’urina risulta scura e molto concentrata;
  • Il neonato sembra addormentarsi non appena lo si attacca al seno;
  • Ogni poppata dura anche più di un’ora, al termine della quale il neonato è comunque nervoso e insoddisfatto;
  • Dopo la poppata, i seni non tornano morbidi e appaiono ancora gonfi e pieni.

Nel caso in cui si verifichi una o più di queste condizioni, consigliamo di rivolgersi al proprio pediatra di fiducia oppure a un’ostetrica.


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