Come scegliere il biotrituratore: guida 2025

Scopri anche la nostra classifica e confronta i migliori biotrituratori del 2025

Come scegliere il biotrituratore: guida 2025

Se avete un piccolo appezzamento di terreno e alberi da frutto o cespugli, prima o poi dovrete dotarvi di un biotrituratore. Si tratta di un elettroutensile per giardinaggio a carrello che serve a trasformare in pacciame gli scarti della manutenzione del giardino. Pensate a una normale operazione di potatura con un decespugliatore, un tagliasiepi o una motosega: vi troverete ad avere a che fare con rami, foglie o erba “di scarto” che dovrete smaltire. Nel caso in cui abbiate molta erba da tagliare è consigliabile acquistare anche un tagliaerba con un serbatoio di raccolta molto capiente. Alcuni modelli di ultima generazione, inoltre, hanno un tritatore integrato che sminuzza i detriti per utilizzarli direttamente come compost per dare vita al cosiddetto mulching.
Fatta questa premessa, vediamo allora a quali caratteristiche prestare attenzione per scegliere il biotrituratore.

Caratteristiche di taglio

Le caratteristiche di taglio sono il primo aspetto da tenere in considerazione perché in base ad esse si può capire immediatamente se il prodotto sia adatto al proprio giardino e ai tipi di piante in esso presenti. È dunque necessario valutare sia il sistema adoperato, sia la velocità del taglio.

Rametti spinti dentro il biotrituratore con la paletta convogliatrice
Esistono almeno tre tipi di sistema di taglio: il sistema a turbina, il sistema a rullo e il sistema a lame. Scopriamo ognuno di questi separatamente.

Sistema a turbina

Questo è il sistema di taglio più efficiente. Le turbine, infatti, permettono di triturare facilmente tutte le parti e tipologie di piante, da quelle con tronco legnoso, agli arbusti flessibili, fino alle frasche. Questo vuol dire anche che è possibile triturare una quantità maggiore di materiale prima che il cesto si riempia, poiché i residui sono di dimensioni inferiori rispetto a quelli lasciati da un sistema a rullo. La turbina ha inoltre il vantaggio di creare una corrente aspirante, facilitando così anche l’inserimento di foglie o rametti di piccole dimensioni. Un altro vantaggio di questo sistema è la relativa silenziosità, il motore infatti effettua un basso numero di giri al minuto.
Data la sua versatilità, un biotrituratore a turbina è sicuramente il più adatto per chi ha un ampio giardino con una flora variegata oppure per chi ha un orto con alberi da frutto.

Sistema a rullo

Generalmente più economico del sistema a turbina, è però anche meno performante. Il sistema a rullo produce infatti residui più grossi rispetto al primo e non è altrettanto efficace sui fili d’erba e sulle foglie, che non vengono sminuzzati a sufficienza. Inoltre è possibile che possa incepparsi, per questo motivo alcuni biotrituratori a rullo hanno la funzione di inversione della rotazione, in modo da agevolare la rimozione di eventuali rami incastrati. Come il sistema a turbina, anche quello a rullo ha il vantaggio di garantire delle buone prestazioni anche con pochi giri al minuto, normalmente intorno ai 40, quindi entrambi sono generalmente più silenziosi dei sistemi a lame.

Sistema a lame

È il sistema meno versatile, efficace solo con rametti e frasche. Per essere più taglienti le lame sono infatti generalmente molto sottili e questo le rende inadeguate al taglio di rami più spessi. Per questo motivo sono anche relativamente fragili e richiedono una manutenzione più frequente.

Interno di un biotrituratore con sistema a lame
Sicuramente questo sistema ha il vantaggio di essere molto più economico ed è indicato per il trattamento di un piccolo orto o giardino. Per contro, un biotrituratore di questo tipo è generalmente molto più rumoroso rispetto a uno a rullo o a turbina: le lame infatti devono muoversi a un numero di giri molto superiore. Maggiore è la velocità di rotazione, più fine è il trito. In media i biotrituratori a lame hanno motori con una velocità di 4.000 giri/min.

Motore

Strettamente connesse al sistema di taglio, le prestazioni del motore rivelano molti dettagli circa la qualità di un biotrituratore. In questo caso le caratteristiche da tenere in considerazione sono il tipo di alimentazione, la potenza e la rumorosità, tutti aspetti che forniscono indicazioni preziose sul tipo e sulle modalità di utilizzo.

Un giardiniere infila dei rami nel biotrituratore

Alimentazione

Esistono due tipi di biotrituratore: quelli ad alimentazione elettrica e quelli a benzina. Si tratta di una differenza fondamentale e non di poco conto: scopriamo perché.

Biotrituratori a benzina

Questi biotrituratori offrono in genere prestazioni molto più elevate rispetto a quelli elettrici, ma sono anche molto più pesanti e costosi. Si tratta di strumenti professionali che in alcuni casi necessitano di altri macchinari per poter essere trasportati. L’uso domestico quindi è assolutamente sconsigliato, anche a causa di dimensioni ingombranti e di un peso elevato che alla lunga potrebbe arrecare danni al giardino.

Biotrituratori elettrici

Questi sono sicuramente molto più adatti all’utilizzo domestico perché più leggeri e maneggevoli, nonostante abbiano lo svantaggio di dover essere collegati a una presa di corrente. In questa pagina ci occupiamo unicamente di modelli elettrici, molto più adatti alla manutenzione ordinaria.

Potenza

A prescindere dal tipo di utilizzo, la potenza è sicuramente una caratteristica fondamentale da tenere in considerazione per qualunque tipo di macchinario. Nel caso dei biotrituratori possiamo classificare la potenza in questo modo: 

  • Bassa: inferiore ai 2.000 W. Può trattarsi di prodotti scadenti o molto datati;
  • Media: tra i 2.000 e i 2.500 W. Entro questi valori rientra la grande maggioranza dei biotrituratori elettrici sul mercato;
  • Alta: dai 2.500 W a salire. Questi sono in genere anche i biotrituratori più costosi.

Manopola di accensione di un biotrituratore con pulsanti

Rumorosità

I biotrituratori a lame sono generalmente più rumorosi di quelli a turbina o a rullo, e in effetti l’inquinamento acustico prodotto da queste macchine è un fattore di non poco conto. In genere i biotrituratori producono emissioni sonore al di sopra dei 100 dB, ma l’orecchio umano non dovrebbe essere mai esposto a rumori superiori ai 90 dB, pena il rischio di danni permanenti all’udito. Per questo motivo è sempre preferibile scegliere un biotrituratore silenzioso, ovvero con emissioni inferiori alla soglia dei 100 dB. Ricordiamo comunque che prima di utilizzare questo elettroutensile è necessario munirsi di guanti, occhiali e cuffie di protezione.

Prestazioni

Non sono ovviamente da sottovalutare le prestazioni che il biotrituratore è in grado di fornire, perché da queste dipendono ovviamente gli usi che è possibile farne. Abbiamo individuato due parametri che sono indicativi delle potenzialità: la capacità di taglio e la triturazione

Capacità di taglio

La dimensione del tubo di inserimento determina la capacità di taglio del biotrituratore, ovvero il diametro massimo dei rami che si possono inserire nella tramoggia. Va da sé che un biotrituratore a lame abbia un tubo di inserimento più piccolo, in quanto strutturato per sminuzzare principalmente foglie o piccoli rametti, mentre uno a turbina è generalmente più versatile. In media la capacità di taglio è compresa tra i 38 e i 40 mm. È bene valutare, in base alle piante che avete nel vostro orto o giardino, che tipo di residui andrete a inserire nel biotrituratore, in modo da non rischiare di acquistarne uno con un tubo di inserimento troppo stretto o al contrario di sceglierne uno più costoso, ma con una capacità di taglio eccessiva per le vostre esigenze.

Capacità di triturazione

La capacità di triturazione indica quanti chili di materiale di scarto sia possibile tagliare in un’ora e quindi fornisce indicazioni specifiche circa la velocità della macchina. Questa caratteristica è strettamente legata sia alla capacità di taglio, sia al numero di giri del motore, che a sua volta dipende dal sistema di taglio sfruttato dal biotrituratore: sono quindi diverse le variabili che concorrono a determinarla, ma fortunatamente è spesso indicata nella scheda tecnica del prodotto.

Una donna spinge mazzi di fiori nel biotrituratore con la paletta convogliatrice
Se avete un giardino molto grande oppure poco tempo a disposizione per dedicarvi alla cura delle piante, sarà bene scegliere un biotrituratore dalla capacità di triturazione alta, ovvero al di sopra dei 200 kg/h. Se invece avete bisogno di tagliare solo qualche frasca, allora potrete anche scendere al di sotto dei 100 kg/h. Un buon compromesso è quello di scegliere un biotrituratore che abbia una capacità di triturazione compresa fra i 150 e i 200 kg/h.

Praticità d’uso

Onde evitare di spendere un’importante somma di denaro per poi dimenticare il biotrituratore in un angolo, è importante non sottovalutare quegli accorgimenti che ne facilitino l’utilizzo, come spiegheremo meglio nei prossimi paragrafi.

Tramoggia

Si tratta dell’apertura superiore nella quale viene inserito il materiale da trattare, la “bocca” del biotrituratore. I modelli più moderni hanno un design più comodo e confortevole, con smussature che evitano che i rami rimangano incastrati. Se stagionalmente vi trovate di fronte a grandi quantità di materiale, avrete bisogno di una tramoggia di dimensioni maggiori, e quindi un biotrituratore più potente, fattore determinante per finire il lavoro in tempi ragionevolmente brevi.

Cesto di raccolta

Il cesto è una componente importante perché è il luogo dove viene raccolto il triturato. Non tutti i biotrituratori hanno il cesto integrato: i modelli più economici, ad esempio, lasciano all’utilizzatore la responsabilità di trovare un cesto raccoglitore adatto alle proprie esigenze. Per quanto la presenza di un supporto di raccolta integrato incida sul prezzo finale, è sicuramente preferibile scegliere un modello che ne sia già equipaggiato.

Due biotrituratori, uno con cesto di raccolta in plastica, l'altro con una borsa appesa per raccogliere gli scarti
Nel caso si decidesse di optare per un modello con cesto raccoglitore è utile prenderne considerazione la capacità: In media i biotrituratori con cesto integrato hanno una capacità di raccolta intorno ai 50 l.
I contenitori acquistabili separatamente sono generalmente sacchettoni in plastica morbida (ma ovviamente può essere usato qualsiasi contenitore di dimensioni adeguate), mentre il cesto integrato dei modelli più costosi è generalmente in plastica rigida, a volte trasparente.

Sicurezza

Un sistema di sicurezza affidabile è di fondamentale importanza. Stiamo parlando infatti di macchine dotate di parti affilate messe in azione da un motore, che dunque possono essere estremamente pericolose. Alcuni modelli si limitano a racchiudere il sistema di taglio all’interno del corpo della macchina, altri invece hanno un dispositivo di sicurezza che impedisce al motore di azionarsi se il cesto di raccolta non è inserito. Un altro accessorio utile per la sicurezza e presente in quasi tutti i biotrituratori è la paletta convogliatrice. Questa si rivela particolarmente utile soprattutto quando si lavorano materiali come foglie e frasche, perché consente di spingere gli elementi più leggeri verso il sistema di taglio senza avvicinarvisi con le mani.

Trasportabilità

Trattandosi di macchine da utilizzare in giardino, anche la trasportabilità è un fattore importante, perché influisce sulla mobilità del biotrituratore e sulla semplicità con cui lo si può spostare, ad esempio se si possiede un giardino molto grande.

Un biotrituratore riposto sotto uno scaffale con accanto una cassa di legna
Alcuni modelli arrivano a pesare anche 30 kg. Analizziamo quindi quali sono gli elementi da considerare attentamente per valutare la facilità di trasporto di un biotrituratore.

Dimensioni e peso

Sistema di taglio, motore e capacità di taglio sono tutti fattori che influenzano le dimensioni e il peso del biotrituratore. È possibile trovare in commercio sia biotrituratori molto pesanti, dal peso compreso tra i 20 e i 30 kg, sia biotrituratori dal peso inferiore ai 15 kg. Un discorso analogo può essere fatto per le dimensioni, con la variabile dell’altezza: trattandosi infatti di una macchina a caricamento dall’alto, tanto maggiore sarà l’altezza, tanto più scomodo potrà risultare inserire i rami nella tramoggia.

Ruote

Parlando di mobilità le ruote sono sicuramente una caratteristica da tenere presente. Questo non solo perché, come abbiamo visto, alcuni modelli sono particolarmente pesanti, ma anche perché la loro presenza consente di spostare la macchina senza dover ogni volta trasportare i rami vicino al biotrituratore. Le ruote devono essere di una grandezza tale da scorrere facilmente su tutti i tipi di terreno, dal prato al vialetto.

Lunghezza del cavo

Poiché il motore funziona a corrente, il raggio d’azione del biotrituratore è determinato anche dalla lunghezza del cavo e dall’eventuale presenza di una prolunga. In particolare, se il giardino è molto grande oppure la presa di corrente non si trova nelle vicinanze, è importante valutare di quanti metri di cavo avrete bisogno per raggiungere comodamente tutti i luoghi dove desiderate posizionare la macchina.

Quali biotrituratori sono adatti a creare pellet?

Il pellet è un materiale di scarto del legno che viene utilizzato per riscaldare gli ambienti bruciandolo nelle stufe. Il pellet può essere creato anche utilizzando gli scarti del legno prodotti dai biotrituratori. I modelli moderni funzionano quasi tutti anche come “cippatrice” fai da te, riducendo quindi i rami inseriti in pezzi di legno più piccoli, ma non pronti da bruciare. Infatti, il cippato ottenuto va fatto essiccare completamente per evitare fumi dannosi e sarebbe buona norma mescolarlo a del pellet preconfezionato. 

Cos’è e come si produce il compost?

Il compost è un materiale organico naturale che funge da concime e che viene ottenuto lasciando macerare foglie, terriccio e altri scarti agricoli, anche alimentari, come frutta o ortaggi troppo maturi o bucce, per un periodo di tempo di almeno 10 mesi. Il compost viene raccolto nelle cosiddette “compostiere“, dei bidoni in plastica scura, simili a quelli della raccolta dei rifiuti, che vanno riempiti esclusivamente di materiale organico. I bidoni presentano alla base una griglia aperta che consente al prodotto di “respirare” e consumare ossigeno. Il compost ospita moltissimi microorganismi e piccoli insetti, un vero “bioma” che si autosostiene e può essere usato sia come concime vero e proprio, sia come pacciamatura superiore per proteggere il terreno da sbalzi termici improvvisi. Inoltre, una compostiera può agevolmente servire anche un giardino fiorito di medie dimensioni o un piccolo orto. Idealmente, l’uso del compost sostituisce l’utilizzo di concimi chimici.

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Dati tecnici

Sistema di taglio

A turbina

A rullo

A lame

A rullo

A lame

Rotazioni

41 giri/min

40 giri/min

3800 giri/min

40 giri/min

3650 giri/min

Potenza

2500 W

2500 W

2500 W

2500 W

2000 W

Velocità di taglio

230 kg/h

n.d.

n.d.

n.d.

80 kg/h

Diametro massimo rami

4,5 cm

4,5 cm

4 cm

4 cm

3,5 cm

Taglio regolabile

Cesto di raccolta

Integrato

Integrato

Integrato

Non integrato

Non integrato

Capacità cesto di raccolta

53 l

67 l

n.d.

n.d.

n.d.

Paletta convogliatrice

Imbuto rimovibile

Blocco avvio

Peso

30,5 kg

27,6 kg

9,8 kg

24,85 kg

11,5 kg

Rumorosità

90 dB

93,5 dB

n.d.

93 dB

106 dB

Punti forti

Facile trasporto grazie alle ruote

Motore molto potente

Due coltelli reversibili in acciaio speciale

Molto silenzioso

Facile trasporto

Adatto anche a fogliame grazie a sistema a turbina

Tramoggia con chiusura di sicurezza

Ruote per il trasporto

Compatto

Taglia anche rami di ampio diametro

Ruote per il trasporto

Efficaci misure di sicurezza

Sistemi di sicurezza

Punti deboli

Pesante per la sua tipologia

Pesante

Sacco di raccolta non in dotazione

Non molto rapido

No cesto di raccolta integrato

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