Scoperte microplastiche anche nelle arterie

Scoperte microplastiche anche nelle arterie

Per la prima volta è stata rivelata la presenza di microplastiche e nano plastiche nelle placche aterosclerotiche, ovvero quel grasso che si deposita nelle arterie e che rappresenta una mina per la salute umana. La prevenzione non sostituisce il medico ma prendersi cura della propria salute diventa sempre più centrale.

Lo dimostra uno studio dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli che ha monitorato 257 over 65 per 34 mesi.

In sintesi, i dati portano alla conclusione secondo la quale l’inquinamento infiamma oltremodo le placche aterosclerotiche, aumentando almeno di due volte il rischio di infarti, ictus e mortalità rispetto alle arterie nelle quali non sono state rilevate microplastiche.

Conoscere l'effetto delle microplastiche per prendersi meglio cura di sé

Ricerche precedenti hanno dato evidenza della presenza di microplastiche in diversi organi e tessuti del corpo umano tra cui fegato, polmoni, tessuti cardiaci, placenta e financo nel latte materno. Per la prima volta, però, c’è evidenza scientifica del rapporto tra le microplastiche e le nano plastiche e infiammazioni che possono stravolgere il ritmo cardiaco e alterare la funzionalità del cuore. In altre parole, la ricerca italiana ha dimostrato che c’è un rapporto tra microplastiche e rischi cardiovascolari.

Considerando la variabile inquinamento, prendersi cura di sé diventa ancora più fondamentale, così come diventa capitale sottoporsi a regolari esami medici, tenendo conto della necessità di fare movimento e di seguire i precetti di un’alimentazione sana ed equilibrata (qui abbiamo spiegato come calcolare il proprio metabolismo basale).

Microplastiche e nano plastiche sono nemici invisibili e insidiosi e agiscono indipendentemente da altri fattori di rischio quali, per esempio, il fumo, il colesterolo o la pressione. Secondo il rapporto Future Brief della Commissione europea, ogni anno un individuo adulto inala fino a 52.000 particelle plastiche per un totale approssimativo di 5 grammi di plastica ogni settimana (più di 250 grammi l’anno).

Senza creare allarmismi, è opportuno che ogni persona riveda il rapporto con la propria salute, prendendo in considerazione anche inquinamento e valori ambientali. Va sottolineato che la ricerca dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli non traccia in modo inequivocabile una correlazione di tipo causa-effetto, ma ignorare il ruolo deleterio dell’inquinamento sulla salute non contribuisce alla prevenzione.


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