I nostri voti sui fattori decisivi per la scelta della fotocamera reflex
1. Sensore: Voto 7.5 su 10
Chi si appresta a scegliere una fotocamera reflex deve tenere in considerazione alcune caratteristiche fondamentali della macchina, prime fra tutte alcune peculiarità del sensore fotografico, tra le prime responsabili della qualità offerta da una reflex. In questo la Canon EOS 700D presenta buone caratteristiche che possiamo valutare con un soddisfacente 7,5 su 10.
La sensibilità “di base” del sensore è nella media, con un range che va da 100 a 6400 ISO, con la possibilità di alzarla all’occorrenza fino a 25600. Il rumore generato è tollerabile però soltanto entro i 3200 ISO: al di sopra si perdono rapidamente sia definizione sia colore dell’immagine, con la comparsa di fastidiose e sempre più vistose distorsioni. Le immagini qui sotto esemplificano quanto stiamo dicendo.
A proposito di risoluzione, quella massima supportata per le foto è di 5184 x 3456 pixel, leggermente al di sotto di altre macchine nella stessa fascia di prezzo che arrivano a 6000 x 4000 pixel. Possiamo naturalmente scegliere se scattare in .jpeg oppure raw (formato non compresso), mentre per quanto riguarda i video questi sono registrati in H.264/Motion JPEG ad una risoluzione massima di 1080/30p: qualità dunque elevata, sebbene ad un frame rate massimo meno che ideale per riprese di scene molto concitate o di soggetti in movimento rapido.
2. Obiettivo: Voto 7.5 su 10
Il secondo elemento di fondamentale importanza in fotografia è l’obiettivo, e il bello delle macchine reflex è proprio quello di poter montare lenti intercambiabili. Noi ci occupiamo qui di valutare unicamente l’obiettivo fornito in bundle insieme alla fotocamera Canon EOS 700D: in questo caso, un Canon EF-S IS STM da 18-55 mm che vedete in foto qui sotto. Si tratta di un buon obiettivo, sebbene con alcune limitazioni, che valutiamo a sua volta con un 7,5 su 10.
Inoltre, come è quasi sempre il caso per gli obiettivi venduti in bundle, l’apertura massima non è particolarmente ampia: non si va oltre f/3.5, dunque chi fosse interessato specificamente a scatti e ritratti con sfondi fortemente sfocati come quello in foto qui sotto, realizzato con questo obiettivo, dovrà pensare eventualmente all’acquisto di un altro obiettivo dall’apertura più ampia.

3. Messa a fuoco: Voto 6.5 su 10
Spesso i fotografi alle prime armi non si rendono conto di quale grande aiuto sia il sistema di messa a fuoco automatica di una fotocamera, eppure questo aspetto di una reflex è di fondamentale importanza per riuscire ad ottenere il tipo di scatto desiderato. Questa è una caratteristica della Canon EOS 700D che non ci soddisfa quanto le precedenti, anche se il voto assegnato, 6,5 su 10, è comunque soddisfacente.
Un punto non particolarmente entusiasmante è l’assistenza alla messa a fuoco: in caso di luce scarsa, in cui la rilevazione non è possibile, subentra il flash ad illuminare il soggetto e permettere così la messa a fuoco. Preferiamo avere a disposizione un LED dedicato, dato che per usare il flash come lampada ausiliaria è necessario che questo sia attivo.
Le modalità di messa a fuoco sono quelle classiche che accomunano tutte le reflex, ovvero la modalità “One Shot” per gli scatti singoli di soggetti fermi, la modalità “AI Focus” per i soggetti in movimento e la modalità “AI Servo” che passa in automatico dall’una all’altra modalità a seconda degli spostamenti del soggetto.
Sono limitate invece le possibilità di scelta dell’area di fuoco. Scattando attraverso il mirino possiamo infatti scegliere solo tra la selezione manuale del punto di fuoco e la selezione completamente automatizzata. In modalità live view, invece, possiamo scegliere tra:
- Viso + inseguimento: vengono rilevati i visi nell’inquadratura e vengono tenuti a fuoco anche qualora si dovessero spostare. Indicata per i ritratti
- FlexiZone Multi: la macchina seleziona automaticamente più punti di messa a fuoco, all’interno di zone scelte da noi
- FlexiZone Single: il fotografo sceglie un singolo punto di fuoco, in modo analogo alla selezione manuale in modalità mirino
Facciamo solo una nota sulla messa a fuoco nei video: la Canon EOS 700D è dotata di un’opzione di messa a fuoco continua che permette di inseguire un soggetto da tenere a fuoco durante le riprese. Il sistema non è però particolarmente sofisticato, dunque la messa a fuoco risulta a tratti erratica.
4. Luce: Voto 6 su 10
La fotografia è un’arte il cui strumento principe è la luce: gestire la luce in un certo modo dà luogo a risultati ed effetti diversi. Fino a qui abbiamo visto due dei tre aspetti di controllo della luce che entrano in gioco nella fotografia, ovvero la sensibilità del sensore e l’apertura dell’obiettivo. La terza, di cui ci occupiamo in questo paragrafo insieme ad altri aspetti a corollario, è il tempo di esposizione o velocità dell’otturatore. Tra tutti, è questo il comparto più “debole” della Canon EOS 700D, cui assegniamo solamente un voto sufficiente.
Modalità di esposizione
Le modalità di esposizione che abbiamo a disposizione sono le quattro classiche presenti su qualunque fotocamera reflex, ovvero:
- Programma AE: la macchina gestisce da sola apertura e velocità dell’otturatore per ottenere un’esposizione bilanciata
- Priorità apertura: il fotografo stabilisce l’apertura del diaframma e la macchina stabilisce di conseguenza il tempo di esposizione
- Priorità otturatore: il fotografo decide la velocità dell’otturatore e la macchina gestisce di conseguenza l’apertura
- Manuale: il fotografo gestisce sia i tempi di esposizione sia l’apertura del diaframma
A queste si aggiungono una modalità scena e una modalità “scena speciale“. In modalità scena il fotografo può scegliere tra alcune impostazioni predefinite a seconda del tipo di scena o soggetto da riprendere. In totale non ci sono a disposizione molte “scene” preimpostate tra cui scegliere: le scene “normali” includono solamente “ritratto”, “paesaggio”, “macro” e “sport”, mentre tra le scene speciali figurano “ritratto notte”, “scatto notturno manuale” e una modalità HDR.
Flash
A corollario del discorso sulla luce dobbiamo parlare anche del flash, che fornisce un supporto proprio quando la luminosità ambientale non è sufficiente. La Canon EOS 700D ha un classico flash integrato a scatto, lo vedete estratto nella foto qui sotto, con una discreta portata di 13 m e la possibilità di collegare in alternativa un flash esterno più potente.Sono però molto poche le modalità di utilizzo del flash che abbiamo a disposizione, che si limitano a opzioni di base:
- Auto: il flash scatta da solo quando la luminosità rilevata è troppo poca
- On (fill flash): il flash parte ad ogni scatto indipendentemente dalle condizioni di luce. Utile per illuminare zone d’ombra in scatti altrimenti già bene illuminati
- Off: il flash rimane spento sempre, anche quando la luce ambientale è molto poca
- Occhi rossi: modalità per ritratti, in cui flash multipli prima dello scatto fanno restringere le pupille del soggetto, limitando la comparsa degli occhi rossi
Mancano modalità tipo la classica slow synch, utile per i ritratti e le scene notturne in cui ci sia un soggetto in primo piano e uno sfondo da riprendere con un’esposizione lunga.
5. Composizione scena: Voto 8 su 10
Infine ci occupiamo di un altro aspetto spesso trascurato, ovvero quello degli strumenti per l’inquadratura dell’immagine: il mirino e il display. In questi, e soprattutto per le caratteristiche di pregio del display, la Canon EOS 700D si distingue e merita un buon 8 su 10. Ma andiamo con ordine e parliamo innanzitutto del mirino.Il mirino
Il mirino della Canon EOS 700D è di discreta qualità e rientra appieno nelle caratteristiche-tipo delle macchine in questa fascia di prezzo. Si tratta di un mirino ottico “reflex”, che si serve cioè di un sistema di specchi per riprodurre il gioco di riflessioni caratteristico dei più sofisticati prismi ottici. Il risultato è simile sebbene non altrettanto nitido, con l’indubbio vantaggio di contenere però il peso complessivo della macchina.
Il fattore di ingrandimento è .85x: questo significa che osservando nel mirino vedremo un’immagine grande un 15% circa in meno rispetto all’osservazione ad occhio nudo, una dimensione abbastanza confortevole per comporre lo scatto agevolmente. La copertura è del 95%, vale a dire che una piccola parte marginale dello scatto finale non viene visualizzata nell’inquadratura. È dunque possibile avere qualche sorpresa quando si visualizzano gli scatti realizzati, con dettagli marginali che non figuravano nella nostra inquadratura.
Il display
Il display posteriore è in assoluto la migliore caratteristica della Canon EOS 700D. Dimensioni e definizione sono buone, con una diagonale di 3″ e un conto di poco più di un milione di punti. L’aspetto straordinario è la coniugazione di mobilità totale, con la possibilità di ruotare e inclinare il pannello a piacere per facilitare qualunque inquadratura, a funzionalità touch davvero complete. Possiamo infatti scegliere se scattare utilizzando i comandi esterni, ovvero ghiere e pulsanti presenti sul corpo macchina, oppure servendoci del solo display touch che sostituisce tutte le funzionalità dei tasti. È disponibile anche una modalità “ibrida”, in cui al display touch si affiancano alcuni dei comandi fisici.
Autonomia
Purtroppo però il prezzo da pagare in una macchina facile e intuitiva da usare con il display touch è un’autonomia molto limitata: la Canon EOS 700D non ha una batteria molto performante anche in modalità mirino, con solo 440 scatti circa prima di esaurire l’energia, e dobbiamo tenere presente che l’uso intensivo del display riduce drasticamente la quantità di scatti che possiamo fare prima di ricaricare. Per questo è particolarmente importante acquistare con questa macchina una o più batterie di scorta per avere una buona autonomia.
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